Hanno avuto luogo in giornata i festeggiamenti per San Pietro Eremita, patrono di Trevi nel Lazio. Un santo molto amato, che coinvolge sempre la maggior parte dei cittadini.
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Sono stati molti anche quest’anno nonostante le ristrettezze dettate dal Covid-19, coloro che hanno partecipato alla messa. L’evento si è tenuto all’aperto davanti al busto dorato che ritrae l’eremita, in un clima surreale dettato dalla tristezza.
La maggioranza delle preghiere è certamente rivolta al fine di placare la pandemia e tornare tutti a una vita normale.
La messa è stata celebrata da Don Alberto e Don Massimiliano, Don Rosario e Don Pierluigi, per “la messa in trono” del Santo. I festeggiamenti avranno termine il 31 agosto.
Pietro nacque a Rocca di Botte in Abruzzo, era soprannominato “il Cavaliere Itinerante”, peregrinò divulgando la fede cristiana, morendo presumibilmente di stenti nel 1052 a Trevi. Il soprannome “L’Eremita” gli fu dato da Papa Paolo II.
Giunto a Trevi nel Lazio vi abitò per 20 giorni compiendo diversi miracoli, come ad esempio “il miracolo del pane cotto a forno freddo” o “il miracolo del cieco”, grazie a cui un giovane recuperò la vista.
Il povero Eremita tuttavia non fu accolto da tutti, in quanto portava un messaggio di cristianità che era lontano dalla gente che a quel tempo abitava la città ed il 30 agosto egli perì provato dalla fame e dal freddo, in un sottoscala sopra al quale sarebbe stata poi edificata la chiesa dedicata in suo nome nel 1690.
La città gli ha anche dedicato un “Cammino”, ancora in fase di elaborazione.
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