Politica

Trevi nel Lazio, comizio al veleno per Grazioli, la replica degli interessati

Trevi nel Lazio. Ieri sera in una piazza moscia, con qualche applauso, si è tenuto il comizio elettorale di Silvio Grazioli sindaco e candidato per “Trevi nel Futuro”.

La trasformazione della pagina istituzionale

Un comizio che ha fatto molto arrabbiare tante persone, a causa di interventi definiti scorretti. Come prima scorrettezza, Unione e Cambiamento ha segnalato che la pagina facebook “Amministrazione Comunale Trevi nel Lazio”, segnata come “Ente Pubblico”, con tanto di sito comunale riportato nelle informazioni, ha promosso l’evento a favore della lista avversaria. Successivamente, suddetta pagina dopo le polemiche innescate ha modificato le informazioni in “Organizzazione Politica”, definendosi la pagina dell’amministrazione Grazioli. Una trasformazione degna di Houdini.

Allora ci viene spontaneo chiedere come mai, chi gestisce suddetta pagina non abbia modificato anche il nome in “Amministrazione Grazioli Trevi nel Lazio”, piuttosto che tenere un ingannevole “Comunale”? Anche perché ci risulta esista una pagina appositamente creata che si chiama “Trevi nel Futuro”, quindi perché utilizzare una pagina che fino ad adesso aveva divulgato comunicati stampa istituzionali?

Critiche ed attacchi ad Amministrazioni e privati cittadini

Grazioli ha iniziato il comizio presentando la propria squadra e ha presentato i “risultati” del programma elettorale presentato 5 anni addietro. Successivamente ha rivolto i suoi attacchi verso il candidato Cecconi, criticandone l’amministrazione al tempo in cui era assessore. Si è lamentato per la campagna di “denigrazione” che è in atto sui social. Dopodiché il sindaco ha continuato a elogiare il lavoro svolto dalla sua amministrazione in più situazioni sul territorio.

Ad esempio Grazioli, ha criticato ed attaccato il comune di Arcinazzo Romano che “ha speso 533.000 euro per posizionare telecamere che funzionano solo di giorno e di notte le targhe non si leggono”, ha criticato che debbano venire alla Polizia Locale di Trevi per avere l’accesso ai dati. Ma forse Grazioli prima di criticare un comune che si è mantenuto “virtuoso”, dovrebbe un attimo mettere le mani in tasca e confrontare i due bilanci comunali. Se non altro ad Arcinazzo Romano la legislatura si è conclusa senza lasciare un solo euro di debito.

Il sindaco ha voluto ribadire la paternità del marciapiede della via sublacense, nonostante l’opposizione abbia più volte dichiarato che esso era già stato progettato dall’amministrazione “Schina”, ha vantato l’installazione del bancomat ad Altipiani di Arcinazzo, sul quale però ricordiamo che erano montate le polemiche per il fatto che l’intero costo di tale operazione era stata tutta a carico del comune e continuerebbe ad esserlo, dal momento che la banca non pagherebbe utenze di affitto, elettricità e persino manutenzione.

Grazioli ha vantato la messa in servizio della Guardia Medica agli Altipiani, approfittandone per attaccare pubblicamente un privato cittadino, ovvero la Farmacia De Franceschi, alla quale “avevamo chiesto di potenziare quel tipo di servizio, ma ora oltre alle medicine si trovano anche i santini elettorali, attiene alla professionalità di chi c’è, insomma”. Un attacco rivolto alla Dott.ssa Enza, che ha voluto replicare:

“Nella maniera più assoluta non c’erano santini in farmacia e solo ieri mi hanno portato il programma che abbiamo affisso alla porta e le mie idee politiche non hanno che vedere con la mia professionalità. Io non mi sono mai nascosta, Vincenzo Cecconi è mio cugino, ma per me è come un fratello ed è normale che io lo sostenga.”

Ci chiediamo come sia possibile che un sindaco che dovrebbe rappresentare tutta la cittadinanza si permetta di usare questi toni ironici nei confronti di privati cittadini che svolgono il proprio lavoro con professionalità da ben 50 anni.

Nuovi attacchi sono stati rivolti a Cecconi e fin qui ci sta, essendo lo sfidante alle elezioni, ma poi ne sono seguiti altri sempre rivolti a privati cittadini.

“C’è stata una polemica significativa in questo periodo, la polemica ponte di Comunacque” -ha detto Grazioli-“che è un ponte che 2 anni fa è crollato perchè il Parco (dei Simbruini NdR) era andato a mettere le passerelle laterali e ha creato uno squilibrio, perchè lì penetrava l’acqua, ha fatto rigonfiamento e ha fatto cadere una parte del ponte”– ha proseguito addossando al Parco la colpa del crollo.

“Ci siamo attivati subito”-Ha affermato Grazioli, spiegando che essendo una sponda di Trevi e l’altra di Jenne i due comuni si sono divisi le competenze. A Jenne è toccato preparare il progetto mentre Trevi ha condotto l’indagine idraulica e le autorizzazioni che sono arrivate solo dopo 2 anni. Anche in questo caso Grazioli ha attaccato le sovrintendenze ed i vari enti preposti, che in un primo momento avrebbero negato le autorizzazioni, per un totale di 10 protocolli.

Quando sembrava tutto pronto “Il comune mi ha detto che manca l’autorizzazione del Genio Civile, che sono tre volte che ci manda a chiedere chiarimenti e subito sui social si sono scatenati”– ha lamentato il sindaco in merito ai post degli avversari politici, che appunto contestavano il fatto che fosse stata disatteso l’inizio dei lavori.

“Ho chiesto al comune di Jenne di darmi quel documento, in modo che con il Genio Civile ci avremmo parlato noi, perchè pur essendo provincia di Roma il Genio Civile di competenza per Jenne è quello di Frosinone, quando mi è arrivato il documento io ho fatto un sobbalzo …”-ha proseguito Grazioli-“Ho letto istruttore della pratica GEOMETRA PAOLO TOSTI. Santo cielo! Ma come? Paolo Tosti è quello che scrive vergogna sui social! Ma stiamo scherzando?! Paolo Tosti è quello che incita Cecconi a scrivere vergogna!”

Grazioli a questo punto si è infervorato accusando Paolo Tosti di aver negato l’autorizzazione “è lui che sono tre volte che ha richiesto le integrazioni, che ci viene ad accusare a noi? E allora due sono le cose: O Cecconi non lo sapeva, perchè col cugino non ci parlava e allora dovrà chiedere scusa al comune di Trevi e dovrà rivolgere tutto quello che ha scritto al comune di Trevi a Paolo Tosti.”-Ha detto il sindaco rimarcando la parentela per lasciare forse intendere una connivenza?-“Oppure Vincenzo Cecconi sapeva, ed allora è complice, è complice di questa situazione … ma come si fa a scrivere sui social vergogna, vergogna, quando a scrivere è quello che deve dare l’autorizzazione?”

Accuse gravi e pesanti sia verso Cecconi e Tosti, che ha voluto replicare con una mail inviata alla nostra Redazione:

“Carissimo direttore,mi preme sottolineare innanzi tutto che per ovvi motivi non posso entrare nei dettagli del progetto ne tanto meno nelle relative richieste di chiarimenti.

Quello che però intendo chiarire in modo chiaro è che il Grazioli ignora colpevolmente le procedure ,stabilite da leggi e regolamenti,che regolano di fatto l’esame delle pratiche che giungono sul portale telematico del Genio civile.Le richieste vengono assegnate random direttamente da Direttore regionale ai vari funzionari del genio civile competente territorialmente.Così è stato per il progetto relativo alla “ricostruzione del ponte sul Simbrio…”.Come può notare già nell’oggetto della richiesta vi è un errore.Infatti il progetto non prevede la ricostruzione del vecchio ponte ma bensì la realizzazione di una nuova ,orrenda,passerella in acciaio sormontante il vecchio ponte.Torniamo all’iter amministrativo.

Una volta assegnato il progetto il funzionario ,relazionando in merito,porta lo stesso all’esame di una speciale commissione formata da funzionari del Genio.Nel caso di specie la commissione all’unanimità ha richiesto per ben due volte delle integrazioni.Le illazioni,pettegolezzi,del Grazioli sono quindi ridicole e mosse non so da quale sentimento.

Come trebano non mi diverto certamente ad ostacolare opere ed interventi sul comune di Trevi,ma come funzionario del Genio mai e poi mai darò il mio parere favorevole ad opere che non rispettano le attuali norme tecniche.Per smentire poi il Grazioli vorrei sottolineare che nello stesso periodo mi è stata assegnata un’altra pratica del comune di Trevi.La stessa è stata approvata in commissione in prima battuta,ma questo ovviamente il grazioli non lo dice.Credo che il discorso sia un altro.Grazioli mai riconoscerà le proprie responsabilità,preferisce gettare ombre e dubbi su altre persone soprattutto se parenti o amici del suo rivale politico.Concludo dicendole che sto valutando se ricorrano i motivi per tutelare la mia professionalità nelle sedi opportune.”

Il comizio sembrava volgere al termine, ma Grazioli ha voluto lanciare un’altra freccia, sempre nei confronti di un cittadino non candidato che lavora al Comune.

“Io non ce l’ho con la lista avversaria, però una considerazione politica è giusto farla”-Ha detto Grazioli-“Questa lista nasce per tanti piccoli motivi, per tante piccole situazioni, ma sopratutto nasce dalla volontà di chi all’interno del Comune di Trevi, ha perduto il potere di gestire e di fare come voleva. Questa è la verità!”-ha continuato-“Per cinque anni ha fatto come voleva! Allora stavolta per non sbagliare ha fatto candidare il cugino, ha fatto candidare l’altro cugino, ha fatto candidare perfino il figlio! Non ha avuto neanche il pudore di non far candidare il figlio in questa realtà! E questo non è un attacco personale … perchè nessun dipendente deve essere nè attaccato nè giudicato, ma deve essere giudicato chi fa politica! Chi fa politica non può farlo dietro le quinte, non può agire dietro le quinte per nascondere la mano! Deve uscire allo scoperto, se aveva questa necessità lo poteva fare, si poteva candidare, poteva fare la sindachessa di Trevi!”.

Rossella Zemini bersaglio di questo attacco, sebbene il sindaco non lo abbia definito un “attacco personale” e abbia continuato nel dire che “non ho nulla di personale ma di politico, è una politica antica, una politica che guarda soltanto all’interesse personale e questo non può accadere in una realtà drammatica che stiamo vivendo”.

A tal proposito si sono levati gli scudi di difesa di Pietro Bianchini, che sulla pagina “Trevi volta pagina ha scritto che:

“Nel suo primo comizio elettorale Grazioli si è dimostrato per quello che noi crediamo sia, una persona che non ha ancora compreso in pieno che il ruolo che ricopre è per delega dei cittadini e che non sta gestendo il suo feudo da signorotto prepotente.

Il vile attacco verso una dipendente, donna e madre dimostra, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che il buonismo tanto sbandierato serve solo a coprire il suo vero carattere, l’acredine con cui ha caratterizzato il suo primo intervento fa a cazzotti con la comprensione che va sbandierando di avere verso i cittadini.

la mia non è una critica verso il Grazioli uomo, di cui non mi interesso, ma la constatazione, che mi viene dall’essere sindacalista e amministratore, che per 5 anni ho ben fatto a contrastare e mettere in evidenza l’attività fallimentare di una amministrazione guidata da un sindaco capace di tale viltà.

Approfittarsi del ruolo ricoperto per infangare una propria dipendente che per condizione di subalternità non può replicare è da meschini, e mi fermo qui.”

Un comizio al veleno quello che si è tenuto e che probabilmente seguiterà anche a qualche risvolto giudiziario, viste le pesanti accuse rivolte pubblicamente, che sono anche da provare e i gratuiti attacchi verso semplici cittadini, non candidati e che non ricoprono alcun incarico pubblico.

Redazione

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