Verona. La sperimentazione del vaccino contro il Covid-19 ha avuto inizio con l’inoculazione ai primi sei volontari.

I volontari sono cittadini veronesi dai 18 ai 54 anni, che se entro sei mesi avranno sviluppato gli anticorpi senza controindicazioni, avranno dimostrato l’efficacia del siero.

Una sperimentazione sull’uomo iniziale era già stata effettuata allo Spallanzani di Roma, che collabora con il Centro di ricerche cliniche dell’Ospedale Borgo Roma di Verona e dall’Università di Verona.

Il vaccino in fase di sperimentazione è stato prodotto e brevettato dalla società di biotecnologia ReiThera di Castel Romano. Il siero porta quindi il tricolore. I test effettuati sia in vitro che in vivo hanno avuto esiti positivi, anche sugli animali, evidenziando una forte risposta immunitaria ottenendo il parere favorevole dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’Agenzia Italiana del Farmaco e del Comitato Etico Nazionale per l’Emergenza Covid-19.

Se tutto andrà come previsto, già nel 2021 si avranno a disposizioni milioni di dosi da distribuire alla popolazione.

 

Un volontario intervistato dal Corriere della Sera, ha dichiarato: “Non ho paura. Prima di accettare mi sono documentato a fondo, ho studiato il lavoro dei ricercatori. Ci troviamo di fronte a un fenomeno di importanza mastodontica. Sono convinto che se l’umanità vuole sconfiggere il virus, ciascuno debba fare la propria parte. Io ci sto provando”, ha spiegato il volontario che assicura al momento di non avere nessun effetto collaterale: “Mi hanno tenuto sotto osservazione qualche ora e adesso posso tornare a casa. Dovrò misurare la temperatura corporea ogni sera e tenere un diario clinico nel quale annotare ogni minima reazione. Tra due giorni tornerò per una visita di controllo che poi si ripeterà periodicamente, per i prossimi sei mesi”.

Il volontario ha voluto anche fare un appello a tutti coloro che stanno osteggiando il vaccino: “E’ l’unico modo perché ciò che stiamo attraversando diventi solo un ricordo, qualcosa che le generazioni future studieranno sui libri di storia”.