Aveva già destato scalpore la rimozione di “Via col Vento” da HBO Max, in quanto sarebbe rappresentante di non ben chiariti “stereotipi razziali”. Ora, sull’onda della moda dell’ultimo momento il “POLLI-tically” Correct si abbatte sugli Oscar.
L’Academy che rilascia l’ambita statuetta ha disposto dal 2024, che nei film di nuova generazione ci dovranno essere degli standard di integrazione e inclusività obbligatori, altrimenti sarà negata la nomination e la partecipazione al famoso premio cinematografico.
Una decisione che sta già sollevando moltissime polemiche, così come era (giustamente) accaduto da aprile a giugno, quando decine di pellicole vennero depennate dalle emittenti televisive, segnando la fine di cui classici intramontabili come Aladdin, il Libro della Giungla, Aliens di James Cameron, Colazione da Tiffany e persino Una poltrona per due con Dan Aykroyd ed Eddie Murphy.
Perfino il pacioso Dumbo e L’Ultimo Samurai con Tom Cruise hanno fatto questa fine. L’intramontabile classico della Disney è stato accusato di razzismo per aver rappresentato sotto forma di “corvi neri” gli afroamericani. Una follia iniziata con l’uccisione di George Floyd da parte della polizia americana, che è stata poi cavalcata dall’onda del movimento “Blacks live matter”.
Per essere ammesso come “Miglior Film”, la pellicola presentata dovrà avere i seguenti requisiti:
Assumere nella produzione, da uno dei protagonisti al 30% del cast secondario, da 2 leader del team creativo a 6 altri membri della squadra e il 30% della troupe, lavoratori di questi gruppi:
Oppure andranno istituiti dei tirocini formativi per persone che rientrano in queste categorie e avere almeno un dirigente senior di questi gruppi nel settore marketing, distribuzione e pubblicità, come spinta a una nuova comunicazione col pubblico, più inclusiva e diversificata. Per poter concorrere come agli Oscar, le pellicole dovranno soddisfare almeno due di queste quattro categorie.
Una decisione inutile, dal momento che da tempo nel cinema moderno, abbiano fatto ingresso attori di ogni sesso, razza, religione e orientamento sessuale. Appare invece come una discriminazione (l’ennesima), verso quella fetta di popolazione caucasica e conservatrice.
I criteri obbligatori di inclusività non partiranno subito, ma ci sarà tempo dalla 94° edizione in cui la Academy chiederà alle produzioni di compilare un modulo confidenziale e partire dalla 96° edizione del 2024. Senza il possesso di almeno 2 criteri su 4 non sarà più possibile concorrere e vincere la statuetta dorata, che per anni ha fatto sognare attori di tutto il mondo.
Ci chiediamo quanto sia lecito, sia veramente “corretto” imporre regole che non faranno altro che inasprire l’odio razziale. La società caucasica e tradizionalista vede infatti sottrarsi ogni giorno un centimetro di più dei propri diritti ricevendo in cambio solo doveri. Fino a quanto potranno sopportare senza poi esplodere nelle medesime violenze perpetrate dai movimenti anti-razzisti in questi mesi?
Una buona cultura anti-xenofoba parte dall’educazione, quella che andrebbe iniziata nelle scuole, fin in tenera età, a bianchi, neri, gialli, rossi o marziani che siano, insegnandogli a rispettare le diversità reciproche e che tutti hanno gli stessi diritti quanto i medesimi doveri.
La scelta di inserire queste nuove imposizioni nella nostra società, non fa altro che avviarci verso una nuova dittatura, stavolta all’incontrario, ma pur sempre un estremismo, dal quale non può nascere altro che divisione, disuguaglianza e odio sociale.
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