Nuovo braccio di ferro tra l’amministrazione e la minoranza
Ha fatto scalpore, e ha lasciato increduli, una dichiarazione che il sindaco di Trevi nel Lazio, Silvio Grazioli, ha rilasciato alla testata StampaItalia, che ne tesseva le lodi amministrative. Ad stupirsi è stato il consigliere di minoranza ed ex candidato sindaco, il dott. Vincenzo Cecconi, che ha smentito le dichiarazioni.
La dichiarazione di Grazioli
Grazioli infatti dichiarava che “L’opposizione purtroppo si è limitata a dispensare cattivi consigli in generale, tra l’altro mi conforta la presa di posizione del Prefetto di Frosinone, che ha ricordato al consigliere di minoranza Vincenzo Cecconi, che non si può paralizzare l’attività amministrativa, con continue richieste di atti. La mia amministrazione ha dato sempre una risposta, questo comportamento della minoranza non ha fatto altro che oberare l’attività degli uffici comunali, in particolare quello delle ragioneria. Pertanto il Prefetto con il suo intervento, ha ricordato al Consigliere Cecconi che accanto al diritto di accesso agli atti ,vi è anche il dovere di non intralciare l’attività dell’amministrazione. Mi auguro che nella minoranza prevalgano le forze giovani, che sembrano soffocate e succubi di chi da 43 anni (esattamente dal 1978) ripete sempre le stesse cose e le stesse azioni, con la pretesa di dire che è il nuovo che avanza. Trevi ha bisogno di guardare avanti e di cogliere le numerose opportunità che le presenta il futuro”.
Analisi della lettera
Analizzando la lettera tuttavia, che era indirizzata al sindaco e non a Cecconi, se non per conoscenza, si evince un’altra verità. Ovvero che, il Prefetto riportava le giuste lamentele del consigliere di minoranza, sul fatto che l’amministrazione non avrebbe dato accesso agli atti alle istanze della minoranza. D’altronde lo stesso redattore di questo articolo, in più occasioni ha avuto modo di constatare come l’invio di Posta Certificata venga deliberatamente ignorato dalla suddetta Amministrazione Comunale.
Il Prefetto non ha affatto “sgridato” Vincenzo Cecconi, se questo è il messaggio che fosse passato. Quella del Prefetto è una semplice raccomandazione a richiedere istanza di accesso agli atti soltanto qual’ora ve ne sia stretta necessità, per non impantanare la macchina amministrativa, che già soffre per la lentezza burocratica.
Forse sarebbe bene ricordare invece all’amministrazione, che il lavoro della minoranza è anche questo. Anzi, dovrebbero essere felici di avere una minoranza tanto attiva, che li solletichi dal torpore di tanto in tanto e gli ricordi i propri doveri verso la città.
La replica di Cecconi
“LETTERA DEL PREFETTO: COME STANNO LE COSE!
Ho letto una lunga intervista che il sindaco di Trevi, Silvio Grazioli, ha rilasciato al
suo solito giornalista di fiducia.
Non entro nelle cose dette, avrò tempo e modo di rispondete per le rime, ma c’è
una dichiarazione che, più delle altre, mi lascia sconcertato e, ritengo, vada subito
puntualizzata, corretta e smentita.
Premetto che, nel corso della mia azione di opposizione, ho dovuto scrivere per tre
volte all’Ufficio Territoriale del Governo di Frosinone, segnalando il grave
comportamento omissivo ed ostativo, dell’amministrazione di Trevi, nel negare, alla
minoranza, il legittimo esercizio delle proprie prerogative.
Il Prefetto, alla terza richiesta, mi ha convocato e, in quella sede, ho potuto
rappresentare le continue violazioni perpetrate nei nostri confronti.
Fatti comprovabili atto per atto.
Raccolta la mia audizione, il Prefetto ha immediatamente deciso di scrivere una
nota contenente un chiaro richiamo al sindaco di Trevi.
Il richiamo, come ovvio che fosse, è stato rivolto a Grazioli, soprattutto in
riferimento al fatto che questi continua a negare l’iscrizione delle interrogazioni della
minoranza ai consigli comunali, nonché per il fatto che, sul sito ufficiale del
Comune, non vengano pubblicati gli atti obbligatori per legge, tenendo così
nascosta buona parte della vita amministrativa locale.”
Chiarimento sulla raccomandazione
“La stessa nota, come giusto che fosse, è stata indirizzata, per conoscenza (e
sottolineo “per conoscenza”), anche alla mia attenzione, in qualità di Consigliere di
minoranza e di esponente i fatti, contemporaneamente richiamandomi
all’opportunità di non produrre un numero eccessivo di accessi agli atti ( se fossero
pretestuosi aggiungerei io!) con spirito di collaborazione e per evitare un possibile
pericolo di intasamento degli uffici. Invito che mi trova concorde con il Prefetto,
anche se, a Trevi, l’intasamento si crea solamente perché non vengono pubblicati
atti ufficiali all’Albo del Comune, non vengono iscritte le interrogazioni all’OdG dei
Consigli, ovvero in quanto le richieste di accesso agli atti si accumulano solo
perché, dopo mesi, nessuno vi risponde.
La nota del Prefetto è apparsa subito chiara ed inequivocabile, nel contenuto e nel
destinatario. Solo chi è in malafede ha potuto leggerci altro!
Senza dubbio alcuno, infatti, la lettera è e resta indirizzata al sindaco di Trevi, Silvio
Grazioli e, per conoscenza, al Consigliere Vincenzo Cecconi, quest’ultimo in quanto
soggetto segnalante le gravi carenze imputabili all’amministrazione locale, in fatto
di trasparenza e di diritti, nonché richiedente i doverosi correttivi.
Ho pensato di non sbandierare la nota del Prefetto, ottenuta come mio impegno di
Consigliere di minoranza, perché avevo ritenuto non corretto strumentalizzare la
sua posizione, oltre che, inopportunamente, trascinarlo nella diatriba locale.
È evidente che io e Grazioli abbiamo una sensibilità ed un rispetto per le istituzioni
completamente diversi.”
Il significato distorto
“Ma cosa ha veramente fatto Grazioli?
In sostanza, riceve la lettera dal Prefetto, fa finta che non sia indirizzata a lui, ne
cancella i contenuti principali, quelli proprio per cui questa è stata trasmessa, va
all’ultimo rigo, prende praticamente i “saluti”conclusivi, li deforma fino a piegarli al
suo interesse di bottega e ne stravolge il significato. Facendo così credere
all’ignaro lettore del giornale online, ma soprattutto per tranquillizzare i suoi accoliti
politici, che sia avvenuto esattamente il contrario.
Insomma un’azione gravemente scorretta, sotto il profilo istituzionale nonché, per
altri versi, per il ruolo che riveste un sindaco e per ciò che rappresenta, offensiva
della sua maggioranza e di un’intera popolazione. Una sconcertante deformazione
della verità che contribuisce a gettare pesanti ombre sull’operato generale di
questa stessa amministrazione.
Rivolgo doverose le miei scuse al Prefetto, dato che, mio malgrado, ho dovuto
tirare in ballo la sua funzione.
Morale della favola: io continuerò a pretendere gli atti (senza eccedere!) che ritengo
necessitino di essere approfonditi, oltre che a chiedere di iscrivere le interrogazioni
della minoranza in consiglio comunale, perché un mio preciso diritto, tutelato,
protetto ed inalienabile, così come confermato dallo stesso Prefetto, vediamo se
Grazioli potrà ancora permettersi di rifiutarsi di adempiere ai sui precisi doveri.
Allego la nota prefettizio n. 15694 del 03/03/2021, a sgomberare il campo da ogni
strumentalizzazione e per denunciare, per l’ennesima volta, la totale inaffidabilità
politica del sindaco di Trevi.”