Il cambiamento annunciato da tempo è arrivato. La svolta del Fisco sul fronte controlli svelerà anche gli ultimi segreti delle compravendite, quelle online.
L’evoluzione dei controlli fiscali, scatterà il 1° gennaio del 2023. Tutti i dati del commercio online passeranno sotto lo “sguardo indiscreto” delle Entrate.
Tutto ciò che transita come vendita o come acquisto in rete sarà “misurato” in termini fiscali. Vendere o comprare un’auto o una casa, non farà differenza rispetto all’acquisto di un portachiavi o di un cellulare di ultima generazione. Sono tutte operazioni di transazioni online.
Il controllo di fatto spetterà proprio ai grossi colossi del web che sono in fondo il tramite negli acquisti commerciali.
I dati che interessano sono ovviamente quelli relativi ai guadagni dell’utente, privato o professionale. Queste informazioni saranno trasmesse alle agenzie delle Entrate del Paese dell’utente.
Va precisato che anche i siti di inserzioni gratuite di vendite tra privati non sono esclusi da questo adeguamento.
Secondo una stima questa innovazione dovrebbe portare un gettito di 30 mld nelle casse dell’erario di tutta la Ue.
L’ultimo miglio è stato percorso lunedì 22 luglio dal Consiglio europeo che ha approvato in via definitiva la direttiva Dac7. Tutti gli Stati membri avranno tempo fino alla fine del 2022 per recepire tale Direttiva.
I dati che finiranno nel sistema fiscale
Nei database del Fisco saranno raccolti, per fare un esempio, gli annunci immobiliari con tanto di indirizzo, periodo di locazione, dati del catasto. I mediatori delle compravendite (portali del web) saranno tenuti a comunicare anche codice Fiscale, partita Iva e Conto corrente dove sono versate le somme della transazione.
Perché?
Obiettivo principale di questa riforma è la volontà di tenere traccia in modo trasparente del flusso di denaro che circola in rete.
La ragione di questa esigenza è data dal fatto che gli scambi commerciali online sono aumentati in maniera esponenziale negli ultimi anni.