Ieri in conferenza stampa, il premier Mario Draghi ha parlato della possibilità, piuttosto concreta di anticipare un rimodellamento delle misure anti-Covid.
L’attuale scadenza dell’ultimo decreto è fissata per il 30 aprile, ma se la curva dei contagi e l’andamento delle vaccinazioni fossero tali da evidenziare un miglioramento generale, il governo potrebbe di certo anticipare i tempi.
La data del 30 aprile non sarebbe più dunque così vincolante. Al mutare, verso il meglio, delle attuali condizioni, le decisioni sulle misure di contenimento sarebbero sicuramene allentate.
Quella prospettata da Draghi è una prospettiva quindi, che rivolge lo sguardo ad una scelta anticipatrice delle riaperture. “E’ importante fissare delle date dalle quali ripianificare le cose il prima possibile. L’esecutivo di governo è impegnato in questa direzione”, ha spiegato il premier.
Ha ribadito la volontà di pensare alla prossime settimane in ragione di riaperture anticipate rispetto alla data fissata di fine mese.
E’ chiaro a questo punto che si cercherà di tenere conto di tutti gli elementi che potrebbero costituire miglioramento. Sembra evidente che le intenzioni del governo, puntino ad una stretta sui tempi, rilasciando il prima possibile un placet alla ripresa di tutte le attività.
Naturalmente l’intendimento non potrà contravvenire alle logiche delle misure sanitarie, ma un monitoraggio più fitto e continuo, permetterebbe la riapertura della porta al via libera graduale, ma comunque in anticipo sul previsto.
Mario Draghi ha poi parlato di maggiori aiuti in concreto alle categorie colpite dalla crisi economico-sanitaria per effetto delle restrizioni. Ha spiegato: “E’ previsto che il ministro dell’Economia, Daniele Franco, presenterà in anticipo il Def, dove viene definito lo scostamento di bilancio. Poi dopo il voto del Parlamento, presenteremo il decreto che conterrà sostegni e riaperture. Le dimensioni saranno probabilmente superiori di quello precedente”.
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