Politica

Politici sardi a pranzo in fascia arancio. Interrogazione di Desiré Manca-M5S

La Guardia di Finanza ha avviato un’indagine su un pranzo in un hotel di Sardara (Medio Campidano), in Sardegna. Il quotidiano L’Unione Sarda ha riportato che sarebbero almeno 40 i commensali “beccati” al pranzo. Persone convenute da varie parti dell’isola.
Tra i partecipanti, nei locali dell’hotel, che era in fascia arancione, figurerebbero manager di aziende sanitarie, politici e personaggi di primo piano dell’apparato della regione Sardegna.

Sarebbero state identificate 19 persone a tavola nel noto albergo, il quale è stato sanzionato per violazione delle misure restrittive. L’hotel infatti non poteva accogliere persone giunte dall’esterno, ma solo chi alloggiava nella struttura alberghiera.
Gli identificati avrebbero detto ai finanzieri intervenuti, che erano li per ragioni di lavoro connesse ai propri uffici. Nell’indagine in corso saranno valutate queste autocertificazioni.

I finanzieri sono entrati nella struttura per un controllo perché insospettiti dalle troppe auto in sosta davanti all’albergo, ma avrebbero trovato solo 19 persone ancora al tavolo. (Che evidentemente era apparecchiato per un numero almeno doppio di commensali).

L’opposizione chiede chiarezza

Il fatto ha naturalmente avuto ripercussioni in Consiglio regionale. Sono partite subito due interrogazioni dell’opposizione. Una è già stata presentata da Desirè Manca del M5S. Nell’interrogazione viene chiesto espressamente al presidente Christian Solinas di prendere le distanze “da questi comportamenti vergognosi e di attivarsi affinché i partecipanti al banchetto vengano individuati e sanzionati”.

Nell’istanza presentata, la pentastellata scrive: “Quaranta rappresentanti delle istituzioni, coloro i quali avrebbero dovuto dare l’esempio di massimo rigore nel rispetto delle misure anti-covid si sarebbero riunite per banchettare tutte assieme in uno spazio chiuso. Un pericoloso assembramento interrotto dagli uomini della Guardia di Finanza di Sanluri”.

Desiré Manca critica aspramente questo episodio e aggiunge: “Questa è l’ennesima dimostrazione dell’esistenza di una casta in salsa tutta sarda, incapace di adottare i comportamenti richiesti a tutti i comuni cittadini. Una casta che non rispetta le regole, alla faccia di tutti i sardi che stanno subendo, soprattutto economicamente, gli effetti delle restrizioni necessarie al contenimento della pandemia”.

Rivolgendosi al governatore Solinas, la Manca chiede se sia a conoscenza della ragione del pranzo e se conosca i nomi dei partecipanti.
Chiede anche se il presidente della Regione non ritenga opportuno prendere le distanze da quell’evento e ne sanzioni le violazioni.

Anche dai Progressisti l’annuncio di un’interrogazione

Il capogruppo Francesco Agus e l’ex sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, hanno ricordato: “La Sardegna da lunedì entra in un nuovo lockdown. A sentire il presidente, le responsabilità non sarebbero legate alla pessima gestione della sanità e alla peggior campagna vaccinale d’Italia, ma agli algoritmi e ai cittadini che non hanno rispettato i limiti”.

Qui le dichiarazioni pubbliche del governatore:  Solinas: responsabilità di tutti 

Il sospetto di Agus e Zedda di un coinvolgimento su più ampia scala prosegue: “Sarebbe un fatto gravissimo se tra questi ci fossero persone di stretta fiducia del Presidente e da lui nominati in enti, aziende, gabinetti e Giunte”.

Concludono poi affermando che “Sarebbe una vergogna per l’intera isola, inaccettabile a fronte dei sacrifici fatti da tutti nell’ultimo anno. Non è accettabile nemmeno il solo pensare che le regole valgano solo per le persone normali che pagano le tasse e si attengono alle norme. Che parallelamente possa esistere una casta di impuniti che può fare quello che vuole”.

La Lega critica l’accaduto

A prendere le distanze è il leghista Dario Giagoni, capogruppo in Consiglio Regionale. “Riteniamo quanto mai sconveniente che a infrangere le regole sia proprio chi dovrebbe dare il buon esempio”.
Giagoni prosegue dicendo che la Lega si dissocia da tali atteggiamenti. Precisa inoltre che nessun consigliere del gruppo politico leghista era presente a quel pranzo. Confida nel giudizio degli organi competenti, “nei quali nutriamo la massima fiducia”, ha concluso il capogruppo.

Redazione

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