A cura di Giorgio Alessandro Pacetti
San Giovanni Paolo II aveva dato testimonianza vivente dei suoi legami con le bellezze naturali, scegliendo un angolo sconosciuto di Piglio. Le pendici dei Monti Ernici, per pregare intensamente in una tenda e contemplare le bellezze della natura.
Sono passati già 17 anni, quando Karol Wojtyla, accompagnato dal segretario Arcivescovo, ora Cardinale di Cracovia, Stanislao Dzwisz, dal medico personale Renato Buzzonetti, dalla guardia del corpo Camillo Cibin e da un limitato gruppo di agenti di scorta, aveva lasciato la Città del Vaticano. La missione, raggiungere i prati di Santo Biagio, siti nel territorio di Piglio.
Tale località dista appena due chilometri dal Santuario della Madonna del Monte, passaggio intermedio dei pellegrinaggi verso il Santuario della SS. Trinità e della Via Francigena.
Papa Wojtyla, in quella fetta suggestiva di verde di Santo Biagio-Laghetto, dopo aver pranzato con i suoi collaboratori e riposato in una tenda verde, quasi invisibile, in assoluta tranquillità, si era messo a pregare. Tutta la zona circostante era stata presidiata da pattuglie di poliziotti che ne avevano impedito l’accesso alle autorità e ai curiosi accorsi sul posto in moltitudine dopo che si era diffusa la notizia della presenza del Papa a Piglio.
La memoria
Da quel giorno 15 Aprile 2004 il luogo è stato ed è tuttora meta di pellegrini e visitatori grazie alla fama di una grande Papa, amato da tutti specialmente dai giovani di tutto il mondo.
Per la cronaca, oltre a dare i natali a Benedetto de Pileo, umanista del sec. XV e a custodire le spoglie del Beato Andrea Conti (ideatore del I° Giubileo del 1300), la cittadina di Piglio è stata visitata nel passato da illustri personaggi religiosi. Precisamente: da San Francesco di Assisi, da San Massimiliano Kolbe, amico fraterno del Venerabile P. Quirico Pignalberi, da Mons. Montini (Paolo VI), venuto a Piglio per inaugurare la Cappellina in loc. Lapillo dedicata a Papa Pio XII, dal Cardinale Tonini, ed infine da San Giovanni Paolo II.