A cura di Angelo Saimandi
E’ passato ormai un anno dallo scoppio della pandemia mondiale, i blocchi e le restrizioni hanno colpito un po’ tutti in ogni parte del mondo. Alcune attività lavorative hanno proseguito il loro corso, altre subito un rallentamento, altre ancora si son dovute fermare e tra queste vi sono quelle inerenti al mondo dello spettacolo.
Se i grandi palcoscenici son riusciti a sopperire con le dirette streaming non altrettanto hanno potuto fare attori, recitanti e musicisti comuni. Questi basavano la loro attività sulle esibizioni locali, le feste di paese ed i festival territoriali, questi artisti sono del tutto fermi ed attendono con trepidazione il semaforo verde per poter ripartire.
Enrico è un tenore, cantante d’opera classica, fino al 2019 calcava le platee dei teatri italiani ed europei, con il covid l’attività è dapprima rallentata per poi estinguersi. Non nasconde la problematicità del momento attuale e nell’attesa forzosa della ripartenza si è riciclato scrittore, con una pubblicazione a metà tra la biografia e la spiegazione del mondo operistico.
Siro è un giovane musicista, chitarrista per la precisione, laureato al Conservatorio di Cuneo. Prima dello stop agli spettacoli, in parallelo con il lavoro, svolgeva una fitta attività concertistica.
Marta da Racconigi è una pittrice e cantante del cuneese che ha fatto dell’arte e della musica una passione da più di una decina d’anni, è specializzata attualmente nella ricerca vocale blues e studia canto jazz.
Abbiamo rivolto loro alcuni quesiti :
Domanda : tempi duri per il mondo dei musicisti e dei cantanti, sopratutto i “ non famosi “, da vocalist e musicisti cosa ne pensate ?
Risponde Marta : Premetto che non lo faccio come lavoro principale, ma sono davvero tempi duri e bui. Da un anno la musica, la cultura e l’arte in generale si è fermata; ci hanno congelato. Con i miei due progetti blues siamo fermi. Mi manca il palco, l’intesa con i musicisti ed il contatto con il pubblico.
Risponde Siro : Tempi duri si. Purtroppo la nostra categoria è quasi sempre il fanalino di coda in una situazione per nulla semplice. La problematica che più pesa è la totale mancanza di prospettive future; nel nostro ambito stiamo vivendo in un limbo. La situazione è ferma da più di un anno, senza nessuna tipologia di pianificazione. Non parlo solamente di “ noi piccoli “, ma anche e sopratutto del grande apparato culturale formato da teatri e sale da concerto ormai relegate al dimenticatoio.
Domanda : Le restrizioni relative ai vari DPCM hanno ridotto ed annullato l’attività lavorativa dei musicisti, sono stati previsti dei ristori o dei rimborsi ?
Risponde Marta : Ho molti cari amici per cui la Musica rappresenta il lavoro ( musicisti, fonici, sale prova, proprietari di locali con musica dal vivo… ), queste restrizioni hanno tagliato con una ghigliottina ogni tipo di entrata. I ristori, se vi sono stati in egual misura per tutti, non sono bastati e non bastano a tenere a galla l’attività.
Domanda : Cosa consiglieresti agli addetti ai lavori, ai politici, per la ripresa del vostro settore ?
Risponde Siro :In questo momento regna molta confusione e le regole che vengono applicate non credo siano eque. Per fare un esempio pratico , non credo per quanto riguarda gli assembramenti ci sia una grande differenza tra un concerto ed una funzione religiosa. Eppure anche nelle situazioni più drammatiche in cui le restrizioni si sono fatte più severe a causa dell’alto numero di contagi le chiese sono rimaste aperte, mentre le sale da concerto non hanno potuto riaprire le porte al pubblico. Discorso analogo si può fare per i grandi centri commerciali o per il mercato cittadino.
Credo che, con le dovute precauzioni e limitazioni, sarebbe ampiamente possibile poter riprendere l’attività concertistica limitando il numero d’ingressi, igienizzando gli ambienti e con l’utilizzo delle mascherine. Questa è l’ennesima dimostrazione del peso che viene dato alla cultura, e in particolare alla cultura musicale nel nostro Paese… prima la messa, il centri commerciale, addirittura le partite di calcio; poi forse qualcuno si ricorderà del nostro patrimonio culturale, sperando che non sia troppo tardi.
Risponde Marta : Non faccio politica ( meno male ) e non entro in merito alle assurdità che si stanno susseguendo da un anno. Credo che ci sia la possibilità di far ripartire il settore in totale sicurezza, rispettando le distanze o creando eventi. E’ ora di ripartire.
Domanda : Hai riscontrato, in genere e sotto pandemia, differenze di trattamento per gli artisti fra uomini e donne ?
Risponde Marta : In emergenza non ho riscontrato differenze di genere tra artisti.
Ringraziamo i giovani artisti per la loro efficace testimonianza, non rimane molto da aggiungere, per il mondo dello spettacolo è ora di riaprire!