Alla fine dell’anno sarà rottamato dal governo il pensionamento col sistema quota 100 . La fine del 2021 chiuderà i battenti al meccanismo di miglior favore per l’uscita dal mondo del lavoro e l’accesso alla pensione. Da qualche giorno sta emergendo però un’ipotesi che, anche se meno appetibile, resta comunque interessante, e che è già stata ribattezzata: quota 102.
Dall’ultima bozza del Recovery Plan, il governo Draghi sembrerebbe orientato a cancellare definitivamente la riforma varata dal governo Conte I.
Aleggia tuttavia l’ipotesi che la misura cederà il passo ad una nuova mini-riforma, già definita quota 102. Ma ancora non ci sono certezze.
Un termine annunciato
Le Parti politiche nei mesi scorsi hanno “ragionato” sulla materia e che si andasse verso il termine della quota 100, senza nemmeno discutere la possibilità di una proroga, era già sostanzialmente acquisito. La conferma arriva con la bozza del Piano nazionale di ripresa e resilienza messo a punto dal Governo.
Non sono previste proroghe di termine al pensionamento anticipato voluto dalla Lega, e introdotto nel 2019 con la formula sperimentale per tre anni.
Il governo sta tuttavia pensando a misure sostitutive da destinare alle categorie dei lavori usuranti.
Cosa prevede quota 102
La durata di contribuzione di almeno 38 anni (come per quota 100) resterà invariata. Sale invece a 64 anni il limite dell’età anagrafica.
La platea dei beneficiari si riduce, rispetto a quota 100. L’anticipo alla pensione, invece degli attuali cinque, sarà di soli tre anni.
Indiscrezioni dal ministero Economia e Finanza, informano che, questa di quota 102, sarebbe l’ipotesi piuttosto condivisa da più parti. Il governo starebbe inoltre valutando sconti contributivi per le categorie più svantaggiate.