Editoriale

La riforma dell’affido condiviso

A cura di Angelo Saimandi

Affido condiviso da intendersi per i genitori separati, laddove a seguito dello scioglimento della coppia coniugale o convivente permane la coppia genitoriale. La quale dovrebbe garantire ai figli un rapporto equilibrato e continuativo con entrambi i genitori ed i rispettivi rami parentali.

Fino al 2019, quella che sembra essere la lontana era pre-covid, nei pubblici dibattiti teneva banco tra le altre anche la questione del l’affido condiviso.
Proprio questo è il nocciolo del problema, in quanto la legge vigente non viene integralmente applicata. In Italia troviamo qualcosa come il 95% dei casi di separazione con i figli ” collocati ” presso la madre. Rapporti con il padre addirittura nulli, oppure molto problematici.

Ecco quindi la motivazione di fondo che richiede una riforma della legge sull’affido condiviso, la attuale 54/2006.

Nel corso degli ultimi anni sono stati presentati vari disegni e proposte di legge al riguardo. Tra questi il disegno proposto dalla parlamentare Enza Blundo, alla quale abbiamo chiesto riscontri al riguardo della riforma della legge sull’affido condiviso :

<<… seguo e partecipo da ex parlamentare perché ho scelto di non ricandidarmi.
Riguardo il ddl 735 di Pillon, ne ho seguito l’intero iter e sin dall’ottobre 2018 avevo fatto presente ai miei ex colleghi le criticità in esso presenti.
Sin da quando ho presentato il mio disegno di legge 1756, ho avuto la consapevolezza della necessita’ di modificare, in maniera seria, moderata e realistica, quelle norme che, al momento, rendono inapplicabile il regime  delll’affido condiviso.

Occorre che i Giudici, laddove non ci sia un preventivo accordo tra le parti, garantiscano pari dignità e presenza nella crescita dei loro figli ad entrambi i genitori separati. Modulando,  inoltre, caso per caso, modi e tempi di frequentazione; il tutto  dopo un’attenta analisi della singola controversia, valutate le esigenze concrete  dei minori.
Nel convegno dell’Associazione Gesef ho avuto un riconoscimento per questo mio impegno ed in quel convegno ho fatto presente  pubblicamente al Senatore Pillon le mie perplessità, perché  nonostante le modifiche fino ad allora apportate restava un sistema di provvedimenti standard  preconfezionati o  precodificati ed imposti erga omnes ad ogni costo, senza riconoscere la specificità e unicità di ogni storia familiare.

Ora con il probabile contratto di  momento di governo con il PD [ riferimento al Conte-bis ] temo sia ancor più difficile affrontare questo problema che ha danneggiato la vita di tanti bambini e famiglie. >>

 

Redazione

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