Lo storico attacco al Papa e al mondo cattolico si consumó alle 17.17 del 13 maggio 1981. Una data destinata ad entrare nella storia.
La mano che colpì, era quella di Mehmet Ali Ağca, 23 anni, giovane terrorista di una associazione dell’estrema destra turca denominata “Lupi Grigi”.
Il Pontefice stava compiendo il secondo giro della piazza sulla Papamobile scoperta, offrendosi al calore dei fedeli accorsi per l’udienza generale del mercoledì.
Appena dopo aver preso in braccio una bambina, che si consumó la tragedia. Uno sparo. Le urla. Il Papa, colpito all’addome, si accasciò tra le braccia del segretario, monsignor Stanistalo Dziwisz.
Nella piazza scoppió il panico generale, solo quando la tonaca bianca si inzuppò del sangue di Wojtyla, la gente capì l’accaduto.
L’autista è il vero eroe di quella giornata, in soli 6 minuti volò dal Vaticano al Gemelli, soli 6 minuti che salvarono la vita del Papa. L’intervento durò 5 ore e mezza.
Il terrorista tentò la fuga subito dopo aver sparato, ma indietreggiando cadde a terra perdendo la pistola. Letizia Giudici, una suora che aveva assistito alla scena gli si avventó contro bloccandolo con gran coraggio.
Le forze dell’ordine arrestarono Ağca, che più tardi chiese il perdono, dicendosi pentito.
“Se una mano mi ha voluto uccidere, un’altra più potente, quella materna, ha deviato la pallottola, salvandomi la vita”. Dichiarò successivamente Woytila.
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