Torino. Non è la prima volta che Angelo Grasso, padre separato, si trova a fare uno sciopero della fame per far valere i propri diritti.
Una situazione che colpisce centinaia di migliaia di papà e che porta a circa 300 suicidi ogni anno. Riportiamo la lettera che Angelo ha inviato alla Magistratura.
Ogg: Secondo giorno di Sciopero della Fame
Buongiorno.
Io sottoscritto, Grasso Angelo, residente in Torino, nato il 3/5/1961, comunico che ieri, 19 maggio, ho iniziato nuovamente uno sciopero della fame totale come ultima forma di protesta rimastami contro l’articolo 5 del Protocollo di Intesa fra avvocati e magistrati del tribunale di Torino sulle spese per i figli in materia di separazione firmato il 16 marzo 2016.
Non interromperò il digiuno fino a che tale orribile articolo 5 non sarà reso conforme alle Linee Guida del Consiglio Nazionale Forense firmato il 29/11/2017.
Come già segnalato ripetutamente, infatti, è profondamente diseducativo e ingiusto che tale art. 5 preveda che un corso all’anno (di qualunque costo!!) non debba essere necessariamente concordato da ENTRAMBI i genitori, ma è sufficiente che il genitore “collocatario” (definizione fuori legge ma che si continua ad usare nella pratica) decida da solo di far svolgere quel corso senza avvisare l’ex consorte, salvo poi mandargli le fatture alla fine del corso e chiedergli il rimborso del 50%.
Torino, a quanto mi risulta, si trova nel territorio italiano e quindi DEVE uniformarsi alle Linee Guida del Consiglio Nazionale Forense del 29/11/2017 togliendo quell’obbrobrio del non-obbligo di accordo preventivo di ENTRAMBI i genitori.
Saluti.