Affile. Non c’è pace per Rodolfo Graziani e per la cittadina che lo ha ospitato e ha dedicato un monumento al suo nome.
Anche se sono passati oltre 70 anni, anche se di recente la Cassazione abbia assolto la giunta comunale dal reato di apologia al fascismo. Non è importante se quel luogo sia sacro ed inviolabile, dedicato ai caduti.
La madre degli imbecilli è sempre incinta, soprattutto quando partorisce persone che inneggiano alla democrazia cercando di soffocare la libertà degli altri.
Ieri dopo una manifestazione autorizzata dalla questura, alcuni vandali hanno devastato il parco della memoria. Non è chiaro se a compiere il gesto siano stati manifestanti oppure terzi, saranno le indagini a chiarirlo. Di certo c’è che la coincidenza è davvero singolare.
“Ieri, venerdì 28.05.2021 dalle ore 18,00 alle 19,00 circa, si e’ svolta una manifestazione ( flash mob) presso il parco Radimonte.
L’Anpi ha chiesto ed ottenuto dalla Questura l’autorizzazione per protestare ” contro il monumento” intitolato a R. Graziani.
Erano presenti il Pres. nazionale G.Pagliarulo, il Pres. provinciale F.De Santis e i partigiani delle sezioni del territorio accorsi con 2 autobus di manifestanti.
Gli Affilani, come sempre in queste manifestazioni, pochissimi.
Anche in questa occasione i
” democratici ” partigiani hanno lasciato il segno, imbrattando i luoghi e le targhe apposte in memoria dei soldati Italiani.
L’odio e il disprezzo che i partigiani, a distanza di oltre 70 anni, rivelano ancora, denotano
la loro vera natura.
Imbrattare il monumento e la tomba del Maresciallo è diventata l’abitudine di questi “ambientalisti-pacifisti “ che anche colti sul fatto e reo confessi vengono “ assolti “ perchè il fatto non sussiste ( vedi sentenza Tribunale di Tivoli del 2014) .
Vergogna, Affile non merita di essere ” visitata periodicamente” da queste ” persone indesiderate”.
Questa mattina sporgero’ denuncia presso la locale Caserma Carabinieri.
Il Sindaco
Ercole Viri”
Un gesto scellerato e vergognoso, che offende la memoria di tutti i soldati d’Italia, compresi quelli caduti per la “libertà”.
Attendiamo ora fiduciosi, se emergeranno responsabilità, che l’ANPI prenda le distanze o porga le proprie scuse, oppure usi gli stessi toni di condanna giustamente usati quando sono stati profanati simboli e lapidi alla memoria dei partigiani.
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