Dal Comunicato stampa di Ina Camilli rappresentante CRC (Comitato residenti Colleferro).
Il programma giornalistico Report ha condotto un’inchiesta sul colosso americano dell’e-commerce, Amazon. Nel servizio vengono ripercorsi i tratti che hanno portato alla crescita della multinazionale Usa e del suo divenire ancora più potente e ricca, con la pandemia.
Fa molto discutere la sua strategia complessiva che, diventata dominante, ed arriva ad influenzare le scelte degli operatori del mercato e dei consumatori. Questo nonostante vi siano state negli Stati Uniti posizioni politiche contrarie a Jeff Bezos e in Europa si siano registrati goffi tentativi di far pagare le tasse ad Amazon. Il colosso ha sede in Lussemburgo, dove le politiche fiscali sono molto più convenienti.
La puntata (andata in onda il 14 giugno scorso), si conclude in Italia, dove Amazon ad ottobre scorso apre una sua ennesima sede, nel Polo logistico di Colleferro.
Amazon Colleferro
Il programma di informazione, Report, promosso dalla rete pubblica nazionale RAI3, attraverso il giornalismo investigativo, analizza situazioni complesse e poco conosciute a beneficio della presa di coscienza da parte dell’opinione pubblica su risvolti nascosti della realtà.
Il gruppo di inchiesta di Report prima di recarsi negli Usa è andato a Colleferro per conoscere luoghi e protagonisti del Polo logistico, balzato agli onori della cronaca anche per la giusta protesta degli ex lavoratori Amazon. Nei mesi precedenti avevamo sollevato, quasi isolati, una serie di dubbi su connessioni, interessi e silenzi, che l’inchiesta giornalistica ha posto con maggiore capacità, restituendoci un senso di giustizia civico.
SPL S.r.l.
La politica, quasi segretamente, ha cominciato ad avviare l’operazione immobiliare intorno al 2017, che presenta aspetti comuni alle speculazioni finanziarie compiute da società di comodo, con sede in paradisi fiscali.
Non vengono pubblicati molti atti ma ricostruendo i passaggi si arriva alla società mista pubblico-privata SPL srl (Sistemi e Progetti Logistica) che vende a Vailog srl i terreni del Polo logistico di via Palianese. Sono 51 ettari, dove la società costruisce dei megacapannoni, che poi vende ad Amazon.
SPL è una società fiduciaria e risulta schermata, cioè intestata a soci fittizi, dietro i quali agirebbero soggetti occulti.
Nel 2005 il Consiglio comunale di Colleferro ratifica l’Accordo di programma tra Regione e Comune e approva la variante per realizzare il Centro logistico multimodale, presentato da SPL srl nel 2002.
Chi è a capo della SPL
Il giornalista, Emanuele Bellano, chiede al Sindaco di Colleferro, Sanna, se conosce il nome del titolare di SPL srl, di cui il Comune ha una compartecipazione. “Ci siamo sempre posti le stesse domande che si pone lei. Non siamo giunti a grandi risultati”.
Ma un giornalista è un professionista che ha il dovere dell’informazione, cerca la notizia, raccoglie i dati, racconta la verità e vorrebbe lasciare una impronta sul futuro.
Il Sindaco è un ufficiale del Governo, rappresenta l’Ente e una comunità, riceve un mandato elettivo per tutelare gli interessi generali. Non può limitarsi a porsi domande senza risposta e non facendolo compromette il futuro del territorio. Il Comune non conosceva gli investitori e non se ne è preoccupato.
Gian Gaetano Bellavia, esperto di antiriciclaggio, chiosa: “Colleferro ha fatto una partnership con ignoti”, nonostante il Consiglio comunale avesse richiesto il controllo degli aspetti patrimoniali del soggetto proponente, SPL srl (Deliberazione 16.5. 2005, n. 50).
Non si conoscono le date della compravendita, il prezzo di acquisto dei terreni di proprietà di SPL srl e “sul bilancio non risultano plusvalenze”.
Il Sindaco di Colleferro dal 16 gennaio del 2020 “chiude” la discarica. In realtà è scaduto il contratto di gestione e la Regione blocca i conferimenti, ma lascia aperta la discarica. Con questa operazione i terreni “abbandonati” del Polo logistico acquistano valore. Questo spiega la clamorosa risonanza della “chiusura” con un lucchetto.
E’ Sanna a rispondere: “Vailog li ha acquistati quando la vita della discarica è finita”.
Quindi quando e a quanto vengono venduti? Prima, o dopo la chiusura della discarica? A quanto ammonta il contributo straordinario dovuto al Comune di Colleferro? Come sarà patrimonializzato dal Comune?
Nell’Albo pretorio risulta solo che il 30 luglio 2020 il Comune rilascia alla società il permesso di costruire in variante, con una semplice licenza edilizia. Tutta l’operazione non è stata dibattuta in Consiglio comunale.
Ex lavoratori somministrati
Amazon apre a Colleferro sotto una forte pressione mediatica, con la promessa di nuova occupazione in vista delle imminenti elezioni amministrative del settembre 2020. Promette 500 posti di lavoro che in campagna elettorale diventeranno circa 2000.
Questa prospettiva azzera qualsiasi spazio di discussione sulla problematica sanitaria e ambientale.
I contratti sono stipulati da Adecco, non da Amazon. Gli assunti sono sottoposti ad un forte turn over e vengono privilegiati i cosiddetti “lavoratori svantaggiati” (categoria che comprende disoccupati, giovani, donne, ecc.).
Lo scopo è di aggirare il limite di legge del 30% tra lavoratori determinati e indeterminati. I precari sono all’oscuro dei riflessi di questa clausola e gli viene suggerito di autodichiararsi “lavoratori svantaggiati”.
Pochi mesi dopo, a molti precari il contratto non viene rinnovato. L’azienda non ha reso noti i numeri…
Gli ex somministrati fanno scioperi, manifestazioni e assemblee in piazza. Chiedono spiegazioni e garanzie al Sindaco ed alla Regione. La risposta non arriva, e il turn over prosegue.
Riflesso negativo sul settore commerciale locale
La crisi del settore commerciale subisce un’accelerazione, a cui la categoria tenta di rispondere a livello locale riorganizzandosi in associazione. Non basterà per resistere perché non ci può essere competizione: Amazon elimina la concorrenza. Chi sono poi questi consumatori che nel post lockdown hanno soldi da spendere?
Amministrazione comunale
Dopo il servizio di Report il Sindaco Sanna promette una grande operazione trasparenza. “È giusto – afferma su Facebook – che i cittadini possano approfondire”. In realtà sembra solo avere bisogno di una platea verso cui provare a discolparsi, trovare una via di fuga, la stessa che ha cercato quando il problema davanti ai media nazionali era l’abbandono dell’ospedale di Colleferro.
L’Amministrazione comunale rifugge dal contraddittorio e confronto democratico. Le nostre richieste di informazioni e accesso agli atti sono rimaste lì, al protocollo, senza risposta. Se avesse voluto rivolgersi e coinvolgere la cittadinanza non aveva bisogno di aspettare Report e di far passare anni.
Impatto sanitario Ambientale
L’espansione di Amazon in Italia, come in tutto il mondo, si basa sullo sfruttamento estrattivista dei territori e della forza lavoro, in forme spesso al di fuori dei limiti legislativi.
Benché Amazon si autorappresenti come un’azienda impegnata nella riduzione dell’impatto ambientale, attraverso studiate campagne di green-washing, la realtà del suo operato sui territori dimostra il contrario.
Le emissioni che la sua attività sprigiona nell’aria sono elevatissime, come le conseguenze sul consumo di suolo, dovuto alla costruzione di enormi magazzini e centri di smistamento. I dati sulla qualità dell’aria del 29 maggio 2021, certificati da Arpa Lazio sul controllo ambientale, non sono a norma, ed evidenziano tra le zone più critiche la valle del Sacco, inclusa tra i siti da bonificare (SIN).
Gli inquinanti principali sono il biossido d’azoto, il particolato Pm10 e il benzopirene. In 16 Comuni peggiorano le condizioni, tra questi Colleferro, che sono in classe 1, la peggiore.
Non solo la situazione a Colleferro non è migliorata rispetto al passato, ma questi dati smentiscono le rassicuranti parole dell’Assessore all’Ambiente, Calamita.
Chi controlla i controllori
Purtroppo, le uniche ricerche consultabili in merito all’impatto ecologico di Amazon sono finanziate dall’azienda stessa. E’ questionabile l’influenza della committenza sull’attendibilità dei dati presentati. Pur non avendo a disposizione evidenze provenienti da studi indipendenti sull’effettiva impronta ambientale del capitalismo di Amazon, è possibile rintracciare la logica che guida i vertici dell’azienda nella scelta dei territori dove insediarsi. Sono aree già permeate da rilevanti nocività derivanti da un passato industriale, e per questo più svalutati e quindi ricattabili, anche sotto il profilo occupazionale.
Un altro punto importante è che si preferisce ricorrere all’uso di forza lavoro interinale. In particolare di “lavoratori svantaggiati”, esternalizzando i costi della sicurezza sul lavoro. In maniera analoga Amazon decide di edificare le proprie infrastrutture in zone già inquinate, addossando alla collettività i costi ambientali e presentandosi come un attore meno nocivo della precedente industria.
Questa dinamica emerge chiaramente a Colleferro che da “città fabbrica” con l’arrivo di Amazon diviene “città logistica”, con i cittadini inconsapevoli dei costi per la salute umana e non umana che questo comporta.
Un falso storico, una forzatura che non ha dietro un progetto comune. Creato allo scopo di rispondere al bisogno di identità di luogo di una giovane comunità nel suo contesto. Tuttavia le radici culturali non possono affondare nell’ingiustizia ambientale, nello sfruttamento del suolo, nel precariato, nell’anonimato societario e nei silenzi dell’Amministrazione comunale.