Il Garante per la privacy lo scrive su Twitter: pubblicare sui social il QR code del certificato vaccinale è pericoloso. Contiene informazioni personali e sanitarie. Queste possono essere “lette” e utilizzate da chiunque.
La stessa osservazione era arrivata da Guido Scorza, il componente del collegio dell’Autorità, sul sito Agenda Digitale. “Con l’arrivo dei primi green pass nelle nostre mani cominciano a comparire sui social le immagini dei primi QR code, che chi lo ha ricevuto esibisce trionfalmente. È una pessima idea”, aveva detto Scorza.
Una volta ottenuto il certificato, viene la voglia di festeggiare, esibirlo. Lo ha fatto su Twitter anche Mauro Minenna, il coordinatore del dipartimento per la Trasformazione digitale. Poi ha riconosciuto che è un errore ed ha detto: “Non invito nessuno a condividere il proprio QR code”.
Scorza ha spiegato che noi vediamo solo un codice, però questo può essere letto e utilizzato da chiunque abbia gli strumenti necessari e un po’ di dimestichezza con la materia. Il rischio è di lasciare “in giro per il web una scia di propri dati personali (in particolar modo quelli sanitari) che chiunque potrebbe utilizzare per finalità malevole.
Quindi l’esortazione è di resistere alla tentazione di esibire il Green pass e se proprio lo si vuol fare si eviti di pubblicare il QR code o per lo meno lo si renda illeggibile”.
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