“Nel 2022 proporremo raccolta firme per un referendum abrogativo del Rdc. Dobbiamo aiutare chi davvero non ce la fa, ma per gli altri incentivare il lavoro e non l’assistenzialismo”. Questo ha detto Renzi, il leader di Italia viva, nell’incontro coi giovani di Confindustria di un paio di giorni fa.
L’annuncio di Matteo Renzi è stato quasi ignorato, ma nel mondo politico ha sollevato non poco sdegno. Non ha evocato titoli su giornali e tv, evidentemente occupati a trattare notizie più serie. Ha invece sollevato discussioni e dibattiti sui social, nei quali la notizia è stata “trattata” da sostenitori e dissenzienti.
Un falso problema
Sostiene Renzi che il Reddito di cittadinanza è “una misura che ha fallito e che manda messaggi sbagliati”. Mentre per i contrari alla proposta abrogativa “I problemi dell’Italia sono l’evasione fiscale, la scarsa sicurezza sui posti di lavoro, i contratti a tempo determinato, l’assenza del salario minimo, il lavoro nero”. Piuttosto che preoccuparsi di togliere il Rdc, si dovrebbe pensare di ridurre l’orario di lavoro a parità di salario, replicano in molti.
C’è poi chi si preoccupa di far notare all’ex premier che “con la povertà in crescita e le differenze sociali in aumento, è assurdo chiedere l’abrogazione del #redditodicittadinanza. Altri rivolgendosi alla politica (ed ai politici), ricordano: “il #redditodicittadinanza vi ha salvato il cu.. da una rivolta civile durante la pandemia”.
Italia viva dove sei?
Tra i Governi Letta e Gentiloni, abbiamo avuto il governo Renzi. Tutti rappresentanti del partito di sinistra più grande del Paese. Una sinistra che ormai da anni mostra ambiguità ideologiche e pratiche, ma pur sempre antitetico alle forze di destra. Occorre chiedersi allora cosa ci faccia uno come Renzi seduto “nell’Emiciclo” a sinistra. Dopo il Jobs Act, l’artico 18 e la buona scuola, tanto per citare alcune perle di matrice renziana, ora viene sotto con la sparata sul Rdc. Italia viva sembra essere più un’enclave della destra collocata a sinistra dell’Arco parlamentare, che una reale forza politica di derivazione appunto di sinistra.
Una misura da difendere
Sono assai coloro che giudicano il Rdc una misura di civiltà presente in quasi tutti i Paesi europei, e additano come anacronistica la proposta di Renzi di un referendum per abrogarla. Contestato da chi dice di invidiare il costo del lavoro in Arabia Saudita… Hanno osservato alcuni. E ancora: “specie in alcune regioni, basterebbe un po’ di volontà dei politici per farlo funzionare ed eliminare gli abusi, invece per le loro lobbies ed i loro interessi cercano di eliminarlo”. C’è anche chi va giù duro e senza giri di parole chiede: “Quindi per #italiaviva solo imprenditori e banche dovrebbero ricevere aiuti dallo stato?”.
Una replica dal M5S
Ha risposto a Renzi, la deputata Maria Soave Alemanno, componente del direttivo del Movimento 5 Stelle alla Camera: “Il Reddito di cittadinanza è una misura che esiste in tutti i Paesi europei. Che Renzi lo trovi diseducativo dice molto della sua connessione col Paese reale e con le esigenze degli italiani che, di certo, dalla povertà non traggono né benefici né educazione”.
La Alemanno conclude: “Non sarà una misura perfetta, ma il reddito di cittadinanza ha salvato molte famiglie in quest’ultimo anno. Il cinismo di certi leader politici è irrispettoso nei confronti di quanti, giovani o meno, oggi si trovano ad aver bisogno di un sussidio per poter vivere dignitosamente”.