Gli effetti del Covid purtroppo sono noti a tutti, ciò che invece appare più confuso riguarda i sintomi che talvolta restano anche dopo superata la malattia. I disturbi legati al Long Covid, quelli cioè che provocano delle disabilità che non è facile riconoscere.
I postumi del superamento della fase acuta dell’infezione virale sono generalmente differenti da un soggetto all’altro. Le conseguenze dell’infezione più frequenti sono la stanchezza e la debolezza muscolare, i disturbi del sonno, l’ansia, la depressione e la difficoltà di concentrazione. Sono inoltre registrati casi di calo della funzionalità renale e della ridotta capacità respiratoria.
Chi ha contratto l’infezione, anche dopo il superamento della fase della malattia, in molti casi non ottiene il pieno recupero della forma fisica. Rimane da capire se (e quali) di queste sintomatologie vanno considerate irreversibili o se siano fenomeni transitori che scemeranno col tempo.
Intanto chi ne soffre subisce il rallentamento delle sue capacità originali. Per fare un esempio, un lavoratore che faceva un lavoro fisico e ora avverte una debolezza muscolare, sarà penalizzato o forse addirittura non riuscirà più a compiere le attività precedenti all’avvento del Covid.
Occorre un riconoscimento ufficiale di queste patologie da Long Covid. Sono disabilità personali difficili da dimostrare e da far riconoscere, per esempio con un certificato medico da produrre all’azienda per giustificare l’eventuale basso rendimento al lavoro.
La materia quindi interessa il settore medico ma pure quello politico e sindacale, nonché legislativo.
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha detto che sta lavorando per assicurarsi che siano tutelati dalle leggi americane sulla disabilità, gli americani con effetti persistenti delle infezioni da coronavirus. L’affermazione del presidente USA è arrivata durante un evento al Rose Garden in occasione del 31° anniversario dell’Americans with Disabilities Act. (Una legge USA sui diritti civili, che vieta la discriminazione basata sulla disabilità).
COn queste parole il presidente americano apre la discussione e predispone il terreno ad una serie di ipotesi e misure da attuare in ambito medico, legislativo, sociale.
Sono interventi che dovremmo prepararci ad affrontare tutti. L’Italia non è certo insensibile a problematiche sociali, specialmente quelle derivanti dall’ambito medico-sanitario. Il problema è però la lentezza burocratica che non agevola le procedure che garantirebbero facili soluzioni.
Urge l’apertura immediata di discussioni e valutazioni sul Long Covid, visto che, provoca disabilità. Va riconosciuto tale status a chi ne soffre. Il tempo poi ci permetterà di capire se le criticità fisiche svaniranno o assumeranno carattere di cronicità.
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