Altipiani di Arcinazzo, comune di Arcinazzo Romano. La scuola elementare chiude i battenti, troppo poche le presenze. La scuola, aperta da tempo di cui non si ha memoria, era il punto di riferimento dei bambini degli Altipiani. Inoltre, era un pezzo di cuore per molti bambini ormai cresciuti, che vi hanno mosso i primi passi nel mondo dell’educazione.
La scuola ha avuto anche numerosi maestri, tra cui vogliamo ricordare il buon Antonio Gabrieli. Il maestro insegnò dal 1972 al 1998, anno in cui andò in pensione. ( Leggi anche: Antonio Gabrieli, “un immenso amore per la nostra piccola scuola”
Già negli anni ’70, la scuola non ospitava molti alunni, erano una decina, suddivisi in pluriclasse. L’edificio era modestamente arredato con pochi banchi, una cattedra e la lavagna.
Ma grazie al sindaco di Arcinazzo Romano, Luigi Cesa, la scuola conobbe vita migliore, venendo ristrutturata ed ampliata. Nella nuova ala c’erano due aule e un bagno, la vecchia stufetta a legna fu sostituita con un moderno impianto di riscaldamento e l’aula del piano superiore fu adibita a sala mensa.
Questo “rinascimento”, portò alla formazione di vere e proprie classi, elimando la pluriclasse, all’inserimento di altri maestri. Tra gli ospiti della scuola c’erano bambini residenti, ma anche alcuni che la frequentavano temporaneamente, come ad esempio i figli dei carbonai, che producevano la preziosa risorsa nel bosco. Lo stesso maestro, Antonio Gabrieli, si premurava di riaccompagnare i bambini alle baracche allestite temporaneamente, per non costringere i genitori a lasciare il fuoco incostudito. Un amore per la scuola e per il proprio mestiere degni di nota e di vivere nel ricordo enell’affetto degli alunni, ormai grandi.
La perdita della scuola degli Altipiani, è l’ennesima sconfitta per il territorio, che già perse l’ufficio postale situato accanto al plesso scolastico. Una frustata al cuore di chi ha vissuto l’infanzia tra quelle quattro mura, avendo il privilegio di sognare, tra una lezione e l’altra, sui panorami boschivi che la finestre offrono. Il profumo intenso della resina di pino, quando bruciava nella stufetta, rimarrà sempre impresso nella memoria olfattiva di quei ragazzi, oggi sessantenni.
L’edificio non dovrebbe essere abbandonato, ma sfruttato per situazioni ed eventi ludici. Tuttavia, gira una voce, non confermata, secondo cui l’edificio della scuola sarebbe stato donato al comune dalla famiglia Parodi “per i bambini degli Altipiani di Arcinazzo”. Se dunque questa voce venisse confermata, bisognerebbe rispettare le volontà della donazione? L’edificio dovrebbe essere destinato soltanto ai bambini?
Noi, speriamo sia così. Auspichiamo che la nuova amministrazione (che non ha responsabilità sulla chiusura), sappia cogliere la palla al balzo, e sia in grado di rendere i giusti onori alla piccola dolce scuola degli Altipiani …
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