E’ universalmente riconosciuto, il pistacchio di Bronte e probabilmente il migliore, tanto che si è guadagnato il titolo di DOP, Denominazione di Orgine Protetta. Il business legato a questo prodotto ha subito un colpo in ambito occupazionale.
Col periodo di maturazione del prodotto, i carabinieri della Compagnia di Randazzo hanno intensificato i servizi di vigilanza in cooperazione con i produttori e gli operatori commerciali.
L’ottica dei controlli e delle verifiche dei carabinieri di Bronte e del nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania è incentrata principalmente sulla condizione dei lavoratori.
A fronte di 5 aziende controllate, tre sono risultate con lavoratori in nero. I militari hanno verificato le posizioni di 76 operai e 35 di loro non avevano alcun contratto di lavoro.
E’ stata poi “scoperta” in contrada Galluzzo, un’azienda del tutto sconosciuta ai fini amministrativi, fiscali e contributivi. In questa attività “sommersa” erano occupati 16 operai come braccianti agricoli, naturalmente in nero.
I controlli delle Forze dell’ordine hanno in tutto elevato sanzioni per 126 mila euro ed hanno recuperato, come contributi provvidenziali ed assistenziali, 24,500 euro.
Il fenomeno del lavoro in nero nelle aziende agricole è una piaga dura da estirpare, e non riguarda ovviamente solo alcune zone del Paese, ma tutto il territorio nazionale. Solo un’azione di controllo continuo e capillare può ottenere un’azione di contrasto al fenomeno, ma molto dipende anche dalla sensibilizzazione dei cittadini verso il fenomeno.