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Piglio, uniti nel nome di San Francesco

Una Santa Messa verrà celebrata nella giornata di Venerdì 17 Settembre 2021 alle ore 17,00, all’interno della chiesa di san Lorenzo in Piglio. Si terrà alla presenza delle fraternità dell’OFS di Piglio, Paliano, Palestrina e di Cave e i devoti di San Francesco. La celebrazione in ricordo delle stimmate di San Francesco, avvenute sul Monte della Verna. L’evento accadde sopra al paesino di Chiusi, nel pieno centro del Casentino, nel 1224.
San Francesco, patrono d’Italia, morto ad Assisi il 3 ottobre 1226, è diventato una delle figure più importanti della Cristianità.
Non a caso il nome scelto dall’attuale papa è Francesco appunto in onore del santo.
Nell’estate del 1224, San Francesco stava trascorrendo insieme a Frate Leone la quaresima di San Michele (29 settembre) sul Monte Verna, pregando e digiunando.
A metà settembre Francesco ricevette su mani, piedi e costato le ferite della crocifissione le stimmate dopo aver avuto la visione di un serafino.
Fin qui la notizia
Il cenobio di San Lorenzo affonda le sue radici nel XIII secolo. Le prime citazioni di Piglio in un contesto di storia serafica, ci vengono dalle illustri penne di Tommaso da Celano e di Bonaventura da Bagnoregio. Nel suo trattato dei miracoli (1250) Tommaso da Celano narra come la devozione a San Francesco fosse allora ben radicata tra gli abitanti del Piglio. Tanto che la festa del santo era considerata di precetto.
E’ notizia certa che il Santo sia passato proprio a Piglio nella zona ai piedi del monte Scalambra ove c’era un eremo minoriti e dove ora sorge il convento di San Lorenzo.
Qui venne da Anagni nel 1265 l’illustre Andrea Conti ora Beato (1240-1302)
Il convento di san Lorenzo, che è adagiato ai piedi del monte Scalambra, tra il verde di alberi secolari, immerso in un’atmosfera di pace silente, cullata dal fruscio delle foglie, illuminato da tenui aurore e rossi tramonti estivi, imbiancato dalle nevi invernali, è un angolo di Paradiso.
Pace, silenzio, verde circondano questo luogo di preghiera a cui si accede attraverso una strada di collina tra siepi vive ed alte, bianche di brina e di neve in inverno, bianche di fiori in primavera, nere di more alla fine dell’estate.
E’ in questo luogo (caro ai due Santi Francesco e Massimiliano, ed al Beato Andrea il quale visse per quaranta anni in preghiera e penitenza nel dialogo sublime di amore per la natura e per il suo Creatore) dove al tramonto, colori e linee si fondono senza scomparire in una lenta oscillazione di luce e d’ombre, dove il tempo si annulla e un attimo vale un secolo.
La comunità francescana è pronta ad accogliere, come sempre, i numerosi visitatori per far gustare loro un angolo di Paradiso e il conforto di una parola di pace e bene.
Giorgio Alessandro Pacetti
Redazione

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