Romina R. ha un gattone bianco e rosso, si chiama Fiocco. Non è uno di quei gatti maltrattati abituati a vivere fuori, anzi. Fiocco è bello pasciuto, fugge qualche volta per una passeggiata, ma passa la maggior parte del tempo in casa. Durante una delle sue uscite però qualcosa è andato storto, un imprevisto. Forse un cane lo ha inseguito, forse una macchina lo ha spaventato, non lo sapremo mai. Ciò che sappiamo invece è che Fiocco è sparito domenica mattina e fino a lunedì pomeriggio ha trascorso le ore sopra un albero di circa 5 metri.
La padrona che è uscita a cercarlo, una volta che lo ha trovato, ha fatto di tutto per cercare di convincerlo a scendere, ha persino lasciato del cibo a terra, ma senza successo. Convinta di fare la cosa giusta ha quindi richiesto assistenza al numero unico d’emergenza, che la ha messa in contatto con i Vigili del Fuoco di Roma. Sembrerebbe però, che i vigili abbiano rifiutato di intervenire, suggerendo a Romina di attendere 4 o 5 giorni che il gatto scendesse per la fame.
Non voleva crederci nemmeno l’amico a cui Romina si è rivolta, ma anche a lui è stato confermato questo insolito protocollo. L’operatore, la cui telefonata è stata registrata, asseriva “noi per il momento non interveniamo”. L’operatore insisteva sul fatto che come era salito, il gatto sarebbe sceso. Non lo avrebbe fatto se la padrona avesse continuato a stazionare sotto l’albero, insisteva.
Non importava che il micio fosse lì da un giorno e mezzo, non interessava, che il gatto fosse completamente terrorizzato. Neanche quando l’amico della padrona ha detto che non c’erano problemi, che avrebbero atteso anche ore un intervento (per dare priorità alle urgenze n.d.r.). L’operatore è stato irremovibile. Anzi, egli continuava ad asserire che “bisogna aspettare dei giorni”.
Quindi, secondo il ragionamento dell’operatore dei Vigili del Fuoco del Comando di Roma, la bestiola andava lasciata senza acqua e cibo, in sofferenza sull’albero. Non è stato sufficiente nemmeno spiegare che in questa maniera, l’amico sarebbe stato costretto ad arrampicarsi sull’albero a rischio della sua incolumità.
“Mandate qualcuno?”-Ha ribadito l’amico di Romina -“Per aspettare lì sotto con voi? No signore!”-la replica dell’operatore dei VVF.
“Una scala non la mandate? Questo sto chiedendo”-ha rimarcato chi chiedeva aiuto. Ma l’operatore irremovibile ha replicato “No signore al momento no.”
Non è escluso che i pompieri sarebbero intervenuti se ricontattati successivamente, non è escluso che avrebbero tirato giù il gatto. Ma si può aspettare 5 giorni per salvare una vita? Forse la vita di un gatto vale meno di quella di una persona?
“Per noi questo non è un intervento di soccorso, quindi al momento io la scala non la posso mandare.” Queste le ultime parole a rimarcare il fatto che un gatto terrorizzato, che piangeva e miagolava in continuazione per la fame, la sete e la paura, non ha diritto a un soccorso immediato. Secondo i VVF nel 90% dei casi il gatto scende da solo, e nel restante 10%?
Per fortuna il cittadino aveva in disponibilità il numero di telefono del sindaco Umberto Quaresima. La Protezione Civile non rispondeva essendo impegnata in altri interventi. Quaresima si è subito attivato mobilitando la vicesindaco Paola Buttarelli ed il comandante della Polizia Locale Duca Walter. La P.L. ha inviato un suo agente, raggiunto poco dopo dalla vicesindaco. Entrambi si sono adoperati per rimediare una scala più lunga, di quella con cui il cittadino aveva cercato di recuperare Fiocco.
Alla fine, il cittadino aiutato sia dalla Buttarelli che dall’agente della Polizia Locale, ha potuto recuperare il gatto, rimediando anche qualche graffio, che avrebbe potuto evitare, se fosse intervenuto chi è addestrato appositamente per simili operazioni.
Noi sappiamo il grande lavoro che viene svolto dai VVF costantemente, prodigandosi per i cittadini e mettendo spesso a rischio la propria vita. Ma ci chiediamo come sia possibile che esista un simile protocollo, che sia tanto osteggiativo nel salvataggio degli animali. Certo, è frequente che un gatto finisca sopra un albero. Sicuramente nella stragrande maggioranza dei casi l’animale poi scende da solo. Ma ogni situazione andrebbe valutata caso per caso. Era stato ben spiegato che si trattava di un gatto domestico, non abituato certo alle acrobazie. Talmente terrorizzato, che anche una volta raggiunto dal suo soccorritore ha fatto una strenua resistenza ad essere riportato a terra, aggrappandosi con le unghie, difendendosi con i denti.
Comunque è bene ciò che finisce bene. Il cittadino intervenuto e la padrona hanno espresso i propri personali ringraziamenti al sindaco Umberto Quaresima, alla vicesindaco Paola Buttarelli, alla Polizia Locale tutta ed anche al cittadino che ha messo a disposizione la scala.
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