Il primo turno ha escluso dalla corsa al Campidoglio Virginia Raggi e Carlo Calenda. Adesso i romani potranno scegliere tra i due schieramenti squisitamente di centrodestra o centrosinistra. Enrico Michetti e Roberto Gualtieri le due facce della medaglia destinati allo scontro all’ultima scheda.
A poche sezioni ancora da scrutinare l’avvocato civico Michetti era a poco più del 30%, mentre l’ex ministro Gualtieri segue a circa il 27%. Ormai i giochi sono fatti, poiché gli altri contendenti Carlo Calenda e Virginia Raggi si devono accontentare di percentuali che non arrivano al 20%.
Roma adesso deve decidere a chi affidare il proprio voto, per meglio dire, dovranno deciderlo coloro che hanno puntato sugli “altri“.
Da Gualtieri arriva la decisione di non cercare apparentamenti ma si rivolge ai romani, a cominciare dai sostenitori di Raggi e Calenda per il supporto al ballottaggio. L’ex ministro del governo Conte si dice convinto che vincerà e promette che governerà la città in modo efficiente.
Michetti non si avventura in calcoli e si rivolge all’intero elettorato affermando che non crede nei “giochi di Palazzo”, arrivando a sottolineare come in due mesi di campagna elettorale, sono riusciti ad arrivare in cima alle preferenze dell’elettorato capitolino.
Nulla è ufficializzato, anche se Conte ha premesso che i cittadini non sono tenuti a seguire le indicazioni di voto, lasciando intendere alla libertà individuale nella decisione. Ha anche aggiunto però che non ci possono essere affinità con il centrodestra.
Enrico Letta ha rimarcato che quando c’è coalizione tra Dem e M5S, i risultati sono evidenti, giudicando “naturale” un continuità politica tra i due.
L’ipotesi che riscuote maggior credito è infatti proprio che dal Movimento possano arrivare i voti necessari a Gualtieri per aver ragione sull’avversario. Va però fatto un distinguo che riguarda la sindaca uscente ed i suoi sostenitori più fedeli. La Raggi è stata piuttosto esplicita, ha detto che lei, col M5s e le sue liste civiche, è l’unica a tener testa al centrodestra e al centrosinistra. Si desume quindi che dall’emisfero Raggi difficilmente perverranno consensi all’indirizzo di Roberto Gualtieri.
Si è messo in corsa da solo, chiedendo esplicitamente il supporto al Pd che però lo ha snobbato scegliendo il più quotato Gualtieri. Forse anche per questa ragione su di lui premono entrambi i candidati alla poltrona di sindaco. La dote di Calenda se finisse nella “sacca dei consensi” per uno o per l’altro, potrebbe di certo fare la differenza. Lui non si è sbilanciato per ora, negando la possibilità di apparentamenti ma ha anche detto che dirà pubblicamente a chi andrà la sua preferenza.
Il dato certo fino ad ora è che ad aver vinto è l’astensione al voto. Al primo turno infatti si è registrata un’affluenza di solo il 48,8%. Un dato significativo, mai registrato prima così basso, fin da quando si vota il sindaco con elezione diretta. Storicamente la partecipazione al ballottaggio è sempre inferiore, speriamo che questa tendenza non si verifichi anche in questo caso, altrimenti chiunque sarà eletto sindaco, non potrà certo vantare l’acclamazione popolare.
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