Si chiude oggi l’indagine a carico della funzionaria a capo del gruppetto di dipendenti Atm che avevano messo in piedi una stamperia clandestina di biglietti. Grazie a delle falle dell’organizzazione e della contabilizzazione dell’azienda, riuscivano a stampare abbonamenti e biglietti che vendevano “in nero” agli sportelli. L’incasso così non finiva nelle casse di Atm ma nelle tasche dei protagonisti della truffa.
La funzionaria a capo dell’organizzazione era stata sospesa oltre due anni fa e le venne sequestrata un grande villa in periferia di Milano a fronte di un provvedimento che le contestava un milione e 200 mila euro.
I collaboratori della donna coprivano il percorso piazza Duomo – Stazione Centrale e vendevano i biglietti da 1,5 euro per poi tornare indietro al Duomo dov’è l’Atm point e dov’era la responsabile e le consegnavano l’incasso.
Le indagini dei carabinieri hanno dimostrato che alcuni dipendenti stampavano rotoli di biglietti da rivendere e naturalmente l’incasso lo tenevano per loro. La responsabile dell’Atm point Duomo, Elisabetta Polito subì per questo il licenziamento nel 2018, e la causa di lavoro è ancora in corso. Oggi la Pm Daniela Bartolucci ha notificato l’atto di chiusura indagini.
In base alle testimonianze raccolte nell’indagine del Nucleo investigativo dei carabinieri di via Moscova, si parlava di una funzionaria che arrivava in ufficio sempre griffata. Aveva mazzette di contanti in borsetta, e ostentava un tenore di vita esagerato… E’ emerso anche che non ci sarebbero corrispondenze tra il tenore di vita e i conti correnti dei familiari (con pochissimi movimenti) e con le uniche entrate derivanti dagli stipendi.
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