Alla fine l’effetto boomerang è arrivato e i cittadini Si-vax hanno raccolto 30 mila firme contro le “pagliacciate” dei No-vax, come le ha definite il presidente della regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. Il prefetto Valerio Valenti antepone il diritto alla salute a quello di manifestare e congiuntamente con Regione e Comune, Firma il decreto che vieta le manifestazioni in piazza dell’Unità d’Italia a Trieste. La disposizione del prefetto sarà in vigore fino al 31 dicembre.
L’ira del governatore
Fedriga accusa le manifestazioni ritenendole responsabili di provocare impennate di contagi e ricoveri in terapia intensiva.
Le persone contagiate che hanno ammesso di aver partecipato alle proteste di piazza sono almeno 93. Nell’ultima settimana Trieste registra 801 nuovi casi (il doppio della settimana precedente). Il tasso di contagio e di 350 per 100 mila abitanti, il triplo in confronto al resto della Regione. Il governatore incalza dicendo: “Basta idiozie, la gente non si cura perché qualche pagliaccio va a raccontare menzogne e a spaventare. Il vaccino funziona e ha pochissime controindicazioni”.
E quella del sindaco
Il sindaco della città, Roberto Dipiazza, scrive un’ordinanza con le sanzioni per gli organizzatori delle proteste e dichiara: “Finiamola con le manifestazioni che hanno portato al disastro”.
Riccardo Riccardi, l’assessore regionale alla Sanità crede che gli infettati collegati agli assembramenti siano in effetti centinaia, e a questo punto è praticamente impossibile il tracciamento.
I cittadini
Le istituzioni si sono mosse per il contenimento di questo che era un disastro annunciato, ma anche i cittadini si sono mobilitati: oltre 30 mila persone hanno firmato la petizione “Appello a Triste”. La petizione ha l’intento di riabilitare l’immagine della città come “capitale italiana della scienza” e che “della scienza si fida”. I firmatari sono scienziati, intellettuali, imprenditori, attori, manager, giornalisti, medici e professionisti di ogni settore, oltre a migliaia di semplici cittadini.
Fonte: repubblica.it