Un commento lapidario quello del prefetto Portelli, del 4 novembre: “Si può fare di più e meglio…”
Una pista di riflessione per l’Associazione Medici di Famiglia per l’Ambiente di Frosinone, in merito alle infiltrazioni mafiose e camorristiche che il prefetto sostiene siano di certo presenti nel settore dell’autotrasporto e trasferimento rifiuti.
Un “affare” che interessa gestori di rifiuti e trasportatori.
Semmai proliferasse l’edificazione di biodigestori per lo smaltimento di migliaia di tonnellate di rifiuti umidi, nel territorio Ciociaro e nella Valle del Sacco, si aprirebbe un capitolo di connessioni e commistioni che favorirebbero gli “affari”…
Si passerebbe dal trasporto di circa 40 mila tonnellate di immondizia (media annua della Provincia di Frosinone) in uscita verso altri
territori, al trasporto in entrata di circa 500 mila tonnellate provenienti da altri territori nazionali e destinate allo smaltimento negli impianti di biodigestione ciociari. Questi impianti vanno ben oltre la capienza delle necessità locali.
Tutto ciò potrebbe costituire sicuramente un’immensa opportunità per la criminalità.
In questo contesto territoriale, nessuna istituzione ha potuto ad oggi negare la compromissione sanitaria. Contestualmente si insiste sulla messa in opera dei biodigestori che andrebbero a peggiorare l’attuale realta. Si deve riflettere sulla pericolosità del silenzio generale e sugli articoli di stampa a pagamento, cui fa riferimento il Prefetto.
Gli articoli che hanno mistificato le parole del Vescovo di Anagni, e la posizione trasparente dell’Associazione Medici Ambiente di
Frosinone e Provincia che è inequivocabilmente contraria ai biodigestori anaerobici a fermentazione liquida delle migliaia di tonnellate di umido, coi quali le società Maestrale a Frosinone, Saxa Gres e SAF ad Anagni e Recall a Patrica, sommergeranno ed asfissieranno la Ciociaria.
I medici che nel silenzio più assordante degli organi preposti e aldilà dei precipui compiti sanitari si stanno facendo carico di ricercare una soluzione dignitosa e quantomeno accettabile della gestione dei rifiuti organici urbani prodotti a Frosinone e Provincia. Con pragmatismo stanno cercando di affrontare il tema della possibile risoluzione, tenendo conto di due aspetti fondamentali:
Il primo è La gestione del quantitativo corrispondente esclusivamente alla produzione reale e locale dei comuni.
Se Frosinone produce 4000 tonnellate di umido, deve smaltirne 4.000 e non 50.000 come da progetto dell’imprenditore privato società Maestrale. Se Anagni produce 2.000 deve smaltire 2.000 e non 84.000 come da progetto di Saxa Gres e SAF. Se Patrica produce 1.000,
deve smaltire 1.000 e non centomila come da intento della Recall.
Il secondo aspetto riguarda la modalità di bandire la biodigestione a fermentazione liquida con ampia produzione residua di rifiuti speciali destinati a discarica e stoccaggio speciale con esito tombale di quell’economia circolare, falsa propaganda dei proponenti i biodigestori di immensa portata di Frosinone, Anagni e Patrica.
Se si dovesse andare in direzione dei biodigestori, questi dovrebbero essere unicamente dei piccoli impianti che si occuperanno delle quantità relative al territorio. Impianti che lavoreranno a secco e senza consumo di acqua, senza produzione di residui speciali, e con formazione di vero compost che sarà utilizzato come ammendante.
In pratica un circuito chiuso di vera economia circolare di gestione delle singole amministrazioni, con utili economici a beneficio della cittadinanza locale.
Un sistema simile avrebbe effetto dissuasorio verso imprenditori gestori di rifiuti e trasportatori e allontanerebbe eventuali fiancheggiatori. In questo modo si va a stroncare sul nascere la possibilità della commistione di malaffare esplicitata dal Prefetto Portelli. Si andrebbero ad annullare i costi di trasferimento dell’immondizia e, si provvederebbe alla difesa della salute della popolazione del territorio. Obiettivo principale dell’Associazione Medici di Famiglia per l’Ambiente di Frosinone.
Un riferimento particolare per lo smaltimento dell’umido va auspicato verso il compostaggio di comunità, scelta prioritaria secondo l’Europa. Ancora in itinere altri mezzi di riconversione degli organici attraverso la decomposizione termochimica o la dissociazione molecolare, che si spera apportino possibilità ancora superiori alle precedenti in termini di riduzione dell’inquinamento.
E’ inquietante che lo stesso giorno in cui il Prefetto rivela le commistioni di mafia e camorra, una testata locale riporta la notizia relativa all’udienza che vede coinvolta la SAF (Società appartenente ai comuni e alla provincia) nell’indagine “operazione maschera”. La SAF è la società che partecipa alla cogestione del biodigestore di Anagni con il privato, la stessa SAF della discarica di Radicina sempre in Anagni, la stessa SAF della discarica di Via le Lame: mostro ecologico dell’Europa.
Inquietante leggere che: “…Il procedimento riguarda poi la presunta truffa sui rifiuti organici. Secondo le accuse i Comuni pagavano per il trattamento dell’umido nell’impianto SAF di Colfelice, ma la frazione organica senza essere lavorato e con trattamento inadeguato sarebbe stato portato in discarica …Al centro dell’indagine la presunta irregolarità dei cosiddetti codici a specchio, nell’analisi, nella classificazione e quindi nello smaltimento dei rifiuti pericolosi,
catalogati secondo l’accusa come non pericolosi…”.
In questo contesto, l’unica voce sanitaria in contraria al profitto attuato a discapito del territorio, dell’ambiente e quindi della salute della collettività, apertamente avversa al biodigestore di Frosinone e a tutti gli impianti di grossa entità previsti e progettati da privati per i territori confinanti, è stata oggetto, in ambito Istituzionale, nella sede consiliare del Comune di Frosinone, di richiesta di tacitazione da parte della consigliera
Alessandra Sardellitti.
Una insolita richiesta che evoca regimi totalitari, riferita a professionisti impegnati a dimostrare, con dati della etteratura scientifica mai smentiti perché non smentibili, i danni alla salute indotti dall’inquinamento con previsione di aggravio certo nel caso di futuro impianto del biodigestore di Frosinone.
I firmatari:
Dott.ssa Marzia Armida – Presidente Associazione Medici per l'Ambiente
Dott.ssa Teresa Petricca – Responsabile Scientifica Associazione Medici per l’Ambiente