Politica

Trevi nel Lazio, un consiglio comunale tutto storto

Trevi nel Lazio, un consiglio comunale tutto storto, come la diretta Facebook divulgata sulla pagina “privata” Amministrazione Comunale Trevi nel Lazio.

Il Consiglio si è tenuto nella giornata di ieri.

Evidentemente alla formazione di maggioranza bisognerebbe fare anche una formazione su come tenere un telefono in mano. Ma questa è la cosa meno grave.

Il gruppo di minoranza, Unione e Cambiamento, ha lamentato di aver avuto a disposizione solo due o tre ore per poter visionare gli atti del Consiglio. In quanto questi sono stati messi a disposizione solo dalle ore 9 dello stesso giorno. Il consiglio è poi iniziato alle 12.

I punti all’ordine del giorno

Approvazione verbali seduta precedente: approvato con i soli voti della maggioranza.

Ratifica variazione di bilancio G.C. n. 61 del 29/11/21. Qui si è subito acceso lo scontro in quanto la variazione ricomprendeva anche la copertura di debiti fuori bilancio e, quindi, la maggioranza è stata accusata di nascondere i debiti, non rispettando le procedure imposte dalle norme del TUEL.

È stato, inoltre, richiesta spiegazione su alcune poste di bilancio che hanno subito variazione e in particolare le spese per liti ed arbitraggi aumentate di ben 58.000 €. Le spese per randagismo canino aumentate di 12.000 € nonostante sarebbe stato sbandierato l’azzeramento dei costi.

L’aumento di 32.000 € per la costruzione di loculi per cui il sindaco non ha saputo spiegare l’effettiva destinazione. Il punto è stato approvato con i soli voti della maggioranza.

Il braccio di ferro con l’Enel

Riconoscimento debiti fuori bilanci. La minoranza ha fortemente contestato questo punto, trattandosi di un debito di cui, il comune di Trevi e l’attuale sindaco, sono venuti a conoscenza nientemeno che nell’ottobre del 2015. Sono passati quindi ben 6 anni. Un lasso di tempo ingiustificabile, visto che, il debiti fuori bilancio, debbono essere riconosciuti immediatamente.

Si tratta di una sentenza di Cassazione che ha visto soccombere il Comune di Trevi per un importo pari ad € 56.000. Il punto è stato approvato con i soli voti della maggioranza.

Ricognizione società partecipate – Si tratta di un atto routinario. La minoranza si è astenuta.

Integrazione regolamento comunale canone unico patrimoniale. Una modifica in corso a cui la maggioranza ha dovuto ricorrere perché, dopo aver avviato una causa con ENEL per il canone delle gallerie della centrale elettrica, si è accorta che il suo regolamento non prevedeva tale circostanza. La causa è per tre milioni e mezzo di euro. Detti soldi erano stati presentati come garanzia dell’ulteriore disavanzo di 600.000 € che gli aveva fatto rilevare la stessa Corte dei Conti.

Ciò DETTO si precisa che LA MINORANZA CHIEDEVA ED OTTENEVA IL RINVIO DEL PUNTO ALL’ORDINE DEL GIORNO IN QUANTO VIZIATO DA PROCEDURA IRREGOLARE: il Capogruppo di minoranza, come obbligatorio in caso di approvazione o modifiche di regolamenti, non è stato informato almeno 5 giorni prima. Il sindaco ha dovuto chiedere il rinvio punto a tutto il consiglio! Ha dichiarato Vincenzo Cecconi, consigliere di minoranza.

Il braccio di ferro con la PRAGMA

Altro punto discusso la risoluzione del contratto di affidamento della raccolta dei rifiuti alla soc. PRAGMA. Il sindaco, ha dovuto ammettere che, la minoranza, con il suo documento, afferma il vero.

Ha ammesso, quindi, che PRAGMA non fa il suo dovere, ma, nonostante sia stato sollecitato dalla minoranza, non sembra voler procedere con sanzioni. Sempre la minoranza ha anche richiesto di utilizzare le sanzioni alla PRAGMA per abbattere le bollette della TARI, visto che il servizio i disservizi li stanno subendo proprio i cittadini.

Quindi che la PRAGMA violi le norme contrattuali è stato costatato anche da Grazioli, ma non ha fatto nulla e solo dopo la richiesta del consiglio da parte nostra, sembra essersi messo, timidamente, in movimento. Dichiara ancora Cecconi.

Noi abbiamo richiesta anche l’istituzione di una commissione di controllo!
In definitiva il sindaco ha chiesta di soprassedere sulla richiesta di risoluzione del contratto, impegnandosi a intensificare i controlli sulla stessa PRAGMA e vedere come si comporta.

Dal canto nostro restiamo fermi sul fatto che i mancati servizi resi alla popolazione debbono essere tradotti in sanzione da costituire un fondo per scontare, proporzionalmente, le singole bollette TARI.
Se poi il comportamento omissivo della PRAGMA persiste, si deve procedere alla risoluzione del contratto!

 

Francesco Digiorgio

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