È stato un vero colpo di fortuna, lo ha incastrato una foto di Google Maps con l’opzione di street view. Ovvero il servizio che permette di accedere alle fotografie delle strade cittadine. La procura di Palermo e così riuscite a rintracciare Gioacchino Gammino, boss della “Stidda” originario di Agrigento.
Gammino era stato condannato all’ergastolo per omicidio ed era latitante dal 2002. La vicenda è stata raccontata dal quotidiano La Repubblica. Secondo gli inquirenti faceva parte del Commando che il 29 agosto 1989, a Campobello di Licata sparó per errore a un passante. Erano giorni in cui la Stidda e Cosa Nostra avevano trasformato la Sicilia in un far-west.
Il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi ha coordinato gli uomini della Dia per arrestare l’uomo evaso dal carcere di Rebibbia 20 anni fa.
L’evasione era avvenuta dopo l’arresto sempre in Spagna nel 1998. Durante le riprese di un film con Vittoria Belvedere, l’uomo era riuscito a dileguarsi confondendosi con i parenti dei detenuti.
La foto che ha incastrato il criminale immortala una panoramica di Avenida de los Voluntarios a Galapagar, a Madrid.
Lo scatto mostra un negozio di ortofrutta che si chiama El huerto de Manu. Davanti all’ingresso ci sono due uomini che conversano. Gli investigatori notano una somiglianza con il ricercato.
Partono le indagini, il negozio nel frattempo ha chiuso, ma grazie al numero di telefono si risale a un ristorante lì vicino, chiamato la “Cocina di Manu”che tuttavia ha chiuso sempre nel 2014. Però la pagina Facebook è ancora attiva e tra le foto ce n’è una del proprietario, un certo Manuel che in realtà è proprio Gioacchino Gammino.
Anche se è invecchiato, dal momento che sono trascorsi 20 anni e che ora l’uomo ha 61 anni, gli investigatori riconoscono alcune analogie come una cicatrice vistosa sulla parte sinistra del mento.
Grande sorpresa per uomo quando si è visto piombare gli agenti addosso il 17 dicembre. Da oltre 10 anni nemmeno telefonava più alla famiglia per non farsi rintracciare.
Adesso Gioacchino è in carcere in Spagna, in attesa di essere estradato in Italia per scontare l’ergastolo.
Ad indagare su Gammino era stato anche il giudice Giovanni Falcone che lo considerava uno degli esponenti di collegamento con i clan mafiosi che gestivano il traffico di droga in Lombardia.