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Piglio, l’omaggio alla reliquia

PIGLIO: La Fraternità OFS locale “Beato Andrea Conti” ha reso omaggio alla reliquia di S. Rosa da Viterbo
La Comunità parrocchiale di S. Maria e di S. Giovanni, la Comunità Francescana di S. Lorenzo unitamente alla Fraternità OFS locale “Beato Andrea Conti” hanno reso omaggio alla reliquia e alla icona “ex-praecordis” di S. Rosa da Viterbo nel pieno rispetto di tutte le normative sanitarie ancora vigenti.
La reliquia e l’icona è stata prelevata da Elia Mazzucchi, Ministra dell’OFS e da P. Angelo Di Giorgio assistente spirituale dell’OFS dalla chiesa delle suore Clarisse di Anagni ed è stata accolta nelle due parrocchie di Piglio e nella chiesa francescana di san Lorenzo nei giorni 7, 8 e 9 Gennaio 2021 con una santa Messa celebrate nelle due parrocchie dal parroco don Raffaele Tarice e da due sante Messe nella chiesa di San Lorenzo celebrate da P. Angelo seguite da momenti di riflessioni e di preghiera dagli scritti della Santa viterbese e con l’esposizione del SS.mo.
La reliquia e l’icona sono state poi consegnate per il prosieguo all’OFS di Valmontone e concluderà il “peregrinatio” con il pellegrinaggio regionale del prossimo 5/6 marzo 2022 alla sua tomba in Viterbo.
Angelo nelle tre giornate ha ricordato ai fedeli la vita e le virtù della Santa viterbese, nata nel 1233 con un grave difetto: era nata senza lo sterno.
All’età di 16 anni si ammalò gravemente e, guarita, miracolosamente, decise di seguire Cristo povero e Crocifisso sulle orme di San Francesco.
Rosa chiese di entrare tra le Clarisse di Viterbo, ma a causa della sua precaria salute non fu accettata.
Desiderosa di far parte della famiglia francescana entrò allora nel terz’Ordine Francescano Secolare e divenne apostola di Cristo per le strade di Viterbo.
Indossò abiti semplici e con una piccola croce tra le mani, predicava il Vangelo richiamando tutti gli uomini alla conversione.
L’imperatore Federico II, però, la condannò all’esilio e Rosa solo dopo la morte dell’Imperatore poté rientrare nella sua Viterbo e qui rimase fino all’incontro con sorella morte: era il 6 marzo del 1251.
Fu sepolta nella nuda terra, ma, in tre apparizioni notturne chiese al papa Alessandro IV di essere portata nel monastero di S. Damiano, così il Papa fece riesumare il corpo trovato miracolosamente incorrotto e lo fece trasportare nel monastero delle Clarisse di Viterbo il 4 settembre 1258 e qui è conservato in una urna nella chiesa a lei dedicata.
Il popolo le tributa un culto grandissimo e la città è posta sotto la sua protezione.
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Giorgio Alessandro Pacetti
Redazione

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