Il dottor Giovambattista Martino, Coordinatore Associazione Medici rende noto il rapporto dell’Associazione Medici di Famiglia per l’Ambiente sui dati delle malattie ischemiche cardiache negli anni 2019 e 2021 relativi alla provincia di Frosinone correlati alle concentrazioni di PM2,5
Valore di riferimento istituzionale PM2,5 = 25 µg/m³ aria di media annua.
Dalle due sezioni della tabella si evidenzia il peggioramento della qualità dell’aria espressa dalla concentrazione delle PM2,5, nell’anno 2021 rispetto il 2019. Il dato è naturalmente riferito ai paesi della provincia di Frosinone. Il rilevamento è delle centraline ANCLER riferito ai mesi invernali.
E’ ormai da anni che la provincia di Frosinone detiene il triste record della concentrazione delle polveri sottili PM10 e PM2,5. Le PM2,5 sono lle più patogene e quindi maggiormente responsabili delle malattie cardiovascolari.
Questa patogenicità, trova ulteriore supporto nella formulazione delle nuove Linee Guida dell’OMS, che riducono in misura considerevole i valori raccomandati per le stesse fino ad oggi.
Il valore guida per le PM2,5 è stato infatti dimezzato da 10 µg/m³ a 5 µg/m³, a rappresentare la maggiore necessità di salvaguardia della salute pubblica. E’ inoltre sottolineato che non esiste valore, anche sotto i 5 µg/m³, che indichi innocuità delle PM suddette.
Al peggioramento della qualità dell’aria nel 2021 rispetto al 2019 corrisponde l’aumento delle malattie cardiache ischemiche.
I dati, riferiti dai medici dr.ssa Cristina Volponi, Cardiologa e dr.ssa Teresa Petricca, Pneumologa, riconoscono la fonte negli accessi al Pronto soccorso dell’Ospedale Fabrizio Spaziani di Frosinone da parte di pazienti con “dolore al petto” negli anni attenzionati. Sono attestati 308 casi di cardiopatia ischemica nel 2019 a fronte di 329 casi nel 2021.
L’aumento interessa per il 6,8% la Ciociaria, mentre l’aumento registrato per la sola città di Frosinone è pari al 15.2%.
Controtendenza assoluta con i dati dell’Agenzia Sanitaria Nazionale delle Regioni e DEP Lazio, notizia di cronaca attuale,
che indica nel 2020 una riduzione “che ha raggiunto il 14% in assoluto e quindi il 12% al netto della quota che era attesa” visto che negli ultimi anni si era registrata “una tendenza alla riduzione per gli infarti miocardici acuti di circa il 2%”. Calo significativo attribuito dagli articolisti anche alla diminuita esposizione agli inquinanti aerei durante il lockdown.
Il dirigente cardiologo dell’ospedale Careggi del Policlinico di Firenze spiega che “L’inquinamento è un noto trigger dell’infarto” e ribadisce e conferma la notizia scientifica ormai nota agli operatori sanitari tutti.
Nel contesto della Città di Frosinone già territorio SIN, si progetta la realizzazione di un biodigestore anaerobico per lo smaltimento dei rifiuti organici per un quantitativo ben 12 volte esuberante la quantità prodotta dalla popolazione locale. Questo porterebbe ad una massiccia capacità emissiva di inquinanti aerei, insopportabili per il contesto territoriale frusinate, già oltre norma gravato da pressione ambientale ed incidenza di malattie e morti.