Un progetto che intende lasciare a chi dovesse succederci, i tratti finali della nostra civiltà. Una scatola nera che registra i dati del nostro mondo a beneficio di chi dovesse sopravvivere o sopraggiungere dopo l’eventuale nostra fine.
Si chiama Earth Black Box (Scatola nera della Terra) e si trova in una località desolata della Tasmania. E’ frutto di una collaborazione tra l’Università della Tasmania, un’agenzia di comunicazione e un’agenzia di marketing. Dovrà registrare un gran numero di dati sulla “salute” del nostro pianeta, che poi saranno utili per capire la fine della nostra civiltà.
Un monolite fatto con acciaio di quasi 8 centimetri e granito che si staglia sull’orizzonte della pianura desertica. La sua posizione è voluta, poiché sarà evidente per le eventuali civiltà che dovessero arrivare, che è messa lì di proposito con l’intenzione di farla notare.
Cosa registra
Questa sorta di scatola nera della Terra è molto grande, misura 10 metri di lunghezza e 4 di larghezza. E’ stata realizzata in Tasmania. Il “registratore” è protetto per resistere ad ogni possibile sconvolgimento geologico (o geopolitico). Si è scelto di collocarla in Tasmania, ma erano al vaglio anche Malta, la Norvegia e il Qatar.
L’Earth Black Box sta già registrando in tempo reale i dati relativi alla condizione climatica, ma anche i livelli di CO2 nell’aria, le temperature degli oceani. Registra anche il livello di consumo energetico del Pianeta e altri elementi ancora. Tutti questi dati formano un quadro costante delle condizioni sulla Terra e racconteranno i motivi di un eventuale collasso della civiltà.
Chi la alimenta
In merito alla situazione climatica il particolare registratore tiene anche conto delle notizie relative ai media ed ai social network. I dispositivi di archiviazione sono alimentati da pannelli solari, ma ci sono anche le batterie. La scatola nera del Mondo sta registrando informazioni da tutta la Terra e continuerà a immagazzinare dati per almeno 30 anni.