Anche questo anno è stato presente, come sempre, il vescovo diocesano mons. Lorenzo Loppa che ha concelebrato alle ore 11,00 una santa messa con don Raffaele Tarice, parroco di Piglio, con P. Angelo Di Giorgio OFM Conv e con i diaconi frate Lazzaro Longhi e Primo Ceccaroni nella chiesa San Lorenzo, in ricordo della festa liturgica del Beato Andrea Conti, nel pieno rispetto di tutte le normative sanitarie ancora vigenti.
Alla cerimonia ha partecipato il sindaco di Piglio avv. Mario Felli, la fraternità francescana OFS “Beato Andrea Conti”, il Comitato “Beato Andrea Conti” e la comunità di fedeli che continua a dimostrare la profonda devozione che il popolo pigliese, da secoli, ha verso il Beato Andrea, nato da nobile famiglia ed entrato nell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, che trascorse circa quaranta anni in un’umida grotta, in totale preghiera ed assoluta penitenza.
Nell’omelia il Vescovo ha richiamato i fedeli a considerare le virtù del Beato, ma soprattutto a trarre due insegnamenti essenziali dalla sua vita: la ricerca del silenzio e l’adorazione.
Ritagliare dal frastuono della vita attuale momenti di silenzio, per rientrare in se stessi e pregare, significa entrare in intimità con Dio, incontrarlo nel profondo del nostro essere umano, rinnegare noi stessi, convertirci per poter diventare, a nostra volta, evangelizzatori.
Ha esortato i fedeli alla fede ed alla speranza in questo periodo di pandemia che non deve generare disperazione, perché se anche la barca della vita vacilla nel mare tempestoso, c’è Gesù con noi come nell’episodio del Vangelo: la barca va alla deriva, gli apostoli lo svegliano, hanno paura e Gesù risponde: “non avete ancora fede?”.
Senza orpelli e vana oratoria, le parole del Vescovo raggiungono veramente gli animi, scuotono i torpori dello spirito abitudinario, insegnano, incitano alla pratica di vita, spargono semi di “sapienza” che germoglieranno nella “vigna” della sua diocesi.
Il Vescovo ha dimostrato, ancora una volta, la sua disponibilità verso tutto e tutti, la sua attiva partecipazione ad ogni iniziativa, in ogni luogo, vicino ad ogni “gruppo”, tra la folla e tra meno numerosi fedeli, dimostrando di aver fatto suo, nel credere e nell’agire, quell’aggettivo dato da Gesù a se stesso “buon” pastore.
La sua presenza in quest’oasi di spiritualità francescana che reca in sé orme di santi antichi e moderni è stata motivo di gioia per le persone affezionate al convento e al Beato Andrea Conti di cui anche la roccia porta le impronte.
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Giorgio Alessandro Pacetti
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