Sono centinaia di migliaia gli sfollati che stanno abbandonando l’Ucraina. Sperano di raggiungere un paese dell’UE e ottenere protezione temporanea o asilo. In Polonia, la stazione ferroviaria della città di confine di Przemyśl, è diventata il luogo di ritrovo per i rifugiati.
E’ difficile fare una stima di quanti lasceranno l’Ucraina, l’UNHCR (l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati), indica che oltre un milione di persone avrebbe già lasciato il Paese. Altre si stanno preparando a partire.
In ucraina ci sono 42 milioni di abitanti e secondo la stima delle Nazioni Unite, oltre 10 milioni potrebbero fuggire verso Ovest.
L’Italia in base al meccanismo di ridistribuzione della Ue, accoglierà il 13% di tutti i profughi. Vuol dire che se dovessero partire 10 milioni di persone, il nostro Paese ne accoglierà almeno 1.300.000. Attualmente in Italia vivono stabilmente poco meno di 250 mila ucraini.
In molti scelgono di restare e resistere, altri provano ad abbandonare il Paese, tra questi ci sono quelli che hanno perso tutto. I canali ufficiali per uscire dall’Ucraina (treni, bus) sono presi d’assalto ma il caos della guerra e le difficoltà a trovare posto inducono alcuni a rivolgersi a soluzioni non ufficiali.
C’è chi approfittando della situazione ha deciso di sfruttare questa difficoltà. Parte col suo furgoncino e si propone di fare la spola tra Ucraina e un Paese confinante. I cittadini che vogliono approfittare di questi “passaggi” devono sostenere costi che sarebbero indicati nei 3000 euro (a persona). Una sorta di velato sciacallaggio che approfitta della disperazione delle famiglie.
Lasciare l’Ucraina per altri luoghi europei è molto difficile, dall’inizio del conflitto gli spazi aerei sono stati chiusi, ci sono state code chilometriche sull’autostrada, tratti ferroviari sono saltati e la benzina scarseggia. Per chi riesce a lasciare il Paese con mezzi da terra è poi possibile accedere, ad esempio, ad un volo per l’Italia, da Nazioni confinanti come la Polonia, la Romania, l’Ungheria o la Slovacchia.
C’è un aspetto che è poco evidenziato ma che costringe degli esseri umani ad una esclusione forzata dai canali ufficiali atti a lasciare il Paese. Il razzismo. La fuga dall’Ucraina prevede una legge non scritta, quella della gerarchia razziale. Prima i bambini e le donne poi gli uomini bianchi e infine gli stranieri. I posti sui pullman non ci sono per chi ha la pelle nera. Non solo agli africani viene inibito il posto ma anche agli indiani, agli arabi, ai siriani, e si tratta di persone che magari sono nel Paese da anni. Così un bambino, se è di pelle nera, non ha diritto a passare prima…
Le ragioni non sarebbero unicamente “campanilistiche” o peggio “nazionalistiche”. C’è infatti chi spiega che la responsabilità di non aiutare gli africani non sarebbe delle autorità ucraine, ma piuttosto dei rispettivi governi che non hanno preso accordi per assistere queste persone fuori confine. Inoltre il viceministro degli Interni ucraino, Anton Herashenko, in una dichiarazione resa al New York Times ha negato che il suo Paese ostacola la partenza degli stranieri.
Il ministro degli esteri nigeriano ha dichiarato che aveva avuto rassicurazioni dalle autorità ucraine. Aveva avuto garanzia che non ci sarebbero state restrizioni per chi voleva abbandonare il Paese. Ha aggiunto inoltre che si stava occupando personalmente del coordinamento delle missioni in Ucraina, Polonia, Russia, Romania e Ungheria per portare in salvo i connazionali e farli rientrare in Nigeria.
La stessa perplessità e disappunto è stata espressa da Muhammadu Buhari, il presidente della Repubblica della Nigeria. Buhari ha ricordato: “Secondo la Convenzione delle Nazioni Unite, chiunque fugge da un conflitto ha pari diritto indipendentemente dal colore della pelle”.
In seguito all’attacco alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, sono aumentati coloro che vogliono lasciare l’Ucraina, ritenendo che l’asticella del pericolo sia stata notevolmente alzata. Il trend dell’esodo segna già i picchi d’aumento e a meno che nei prossimi giorni non ci siano segnali di attenuazione delle ostilità, le stime sul numero dei rifugiati dovranno essere aggiornate.
In ogni Paese del mondo lo spirito di umanità e di accoglienza è fortunatamente fortissimo, alla stregua del sentimento di condanna verso il regime russo che sta minando la pace e la serenità di tutti.
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