Esteri

L’animalista che non lascia Kiev per prendersi cura dei suoi 1000 cani e 500 gatti

Tamara Tarnawska, ex giornalista svizzera all’Onu, si batte in Est-Europa per la difesa degli animali. Dal 1996 è a Kiev, e ora con la guerra, non sa più come sfamare i suoi cani e e gatti. E’ stata tra i primi ad accusare ed a chiedere le dimissioni dell’ex presidente filorusso Viktor Yanukovich, rimasto in carica fino al 2014.

La sua posizione politica la mette in una condizione scomoda ma lei ha deciso di resistere e non abbandonare il Paese per continuare a prendersi cura dei suoi animali. Nel suo rifugio trovano infatti asilo 1000 cani e 500 gatti. Al riparo in un bunker ricavato nei sotterranei della metropolitana di Kiev lancia il suo appello: “Aiutatemi, non posso più sfamare i miei cani e i miei gatti”. La risposta è stata immediata ed è scattata una raccolta di fondi per sostenere il rifugio di Tamara.

Isolata

Al telefono con Le Matin, un quotidiano del gruppo Edipresse con sede a Losanna, la Tarnawska dice di essere sola, che i suoi amici hanno lasciato la città e che ha paura per la sopravvivenza dei cani e gatti del suo rifugio. “Non posso più andarci: si trova a dieci chilometri da Kiev e la città è circondata dalle forze russe. I miei tre aiutanti, rimasti lì, hanno imparato a usare molotov per cercare in qualche modo di difendersi”, spiega Tamara.
Poi parlando delle sue condizioni racconta: “Noi qui abbiamo crackers e poca acqua, abbiamo fame e freddo, ma è peggio la condizione del mio rifugio a Pirogovo”…

E’ stato il suo amico e collega Tomi Tomek di Sos Chats a Noiraigues, in Svizzera, che ha raccolto e rilanciato il suo grido d’aiuto. Tomek ha fatto sapere a Le Matin che è in corso una raccolta di fondi sul loro sito e che, collabora dalla Francia la Fondazione Brigitte Bardot, sempre attraverso il loro sito.
Ha inoltre informato di aver chiesto aiuto a Frank Weber del rifugio St-Franziskus di Amburgo, ed ha ricevuto l’assicurazione che non appena la situazione lo permetterà, manderà un camion con cibo e medicine al rifugio di Tamara.

Vittime indirette

Tra le pieghe della guerra, sono tante le sfumature della sofferenza, e ci sono anche queste, raccontate con disperazione da chi sta dedicando la sua vita a degli esseri viventi che le guerre non le fanno, ma sono costretti a subirle…

Foto: Facebook

Redazione

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