Da tempo la sinergia tra Associazione Medici per l’Ambiente ed Amministrazione Comunale ha permesso che Frosinone si dotasse di un innovativo sistema di rilevazione degli inquinanti aerei. Il sistema ANCLER. Si tratta di una rete di sensori sul territorio, che 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno, acquisiscono e trasmettono in tempo reale le concentrazioni dei componenti monitorati.
Predisposto il posizionamento di due nuove centraline che, oltre le Polveri Sottili e la CO2, monitoreranno la presenza nell’aria di componenti finora non indagati, perché, a tutt’oggi poco incidenti sull’inquinamento aereo attuale. Biossido di Zolfo, Anidride solforosa, Acido solfidrico, Ammoniaca, Ozono e Biossido di azoto diverranno realtà inaccettabile qualora si concretizzi l’ipotesi di un biodigestore anaerobico di rifiuti, posto a ridosso della città.
Il biodigestore che innalzerà ulteriormente le concentrazioni delle polveri sottili, già da anni presenti a livelli insostenibili. Incrementeranno a causa della realizzazione di una enorme caldaia a GASOLIO (430.00Kcal/h) funzionante a regime h24 per 365 giorni l’anno e dell’aumento del traffico di autoarticolati per il trasporto dei rifiuti (50.000 tonnellate/anno).
I processi fermentativi della biodigestione anaerobica determineranno, invece, la liberazione in atmosfera dei composti sopra menzionati incomprimibili e non eliminabili,. Tali composti sono temuti per la capacità di provocare malattie acute, croniche e neoplastiche a carico di diversi apparati, il respiratorio in particolare, di cui ci apprestiamo per la prima volta a determinare le concentrazioni attraverso le nuove centraline.
Rammentiamo, a tal proposito, che Frosinone rispetto l’Asma e la BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva) ha presentato nel 2015/2016 un’incidenza doppia e rispettivamente tripla se confrontata agli altri capoluoghi di Italia. Sempre nel 2016, la Asl di Frosinone ha costituito nel Lazio l’azienda sanitaria con maggior numero di bambini afferenti per asma acuto presso l’Ospedale Bambino Gesù di Roma (Dato DEP Regionale).
Di “bio” ha solo un falso e confondente suffisso. Smaltirà 50.000 tonnellate di umido contro una necessità territoriale per Frosinone di sole 4.000, e produrrà miasmi mefitici. Il solo annunciato della realizzazione sta già svilendo il mercato immobiliare.
Produrrà reflui tossici necessitanti di afferenza ad ulteriore discarica, non produrrà il famoso ammendante (concime) utile per le coltivazioni e porterà altra patologia alla collettività.
Come Medici continueremo ad impegnarci contro qualsiasi forma di aggressione alla salute. Misureremo e documenteremo le quantità dei gas nell’aria prima dell’eventuale avvento del biodigestore. Continueremo, dopo dell’edificazione di tale industria insalubre, perché in futuro non si possa dire che tali sostanze patogene provengano dalla sottostante autostrada.
Assoceremo uno studio epidemiologico relativo alle patologie scelte come marcatori di danno degli inquinanti emessi dal biodigestore. Come per il rilievo delle emissioni tossiche, riguarderà il prima e dopo impianto dell’opificio venefico per Frosinone. Con le due nuove centraline da parte dell’Amministrazione Comunale di Frosinone è iniziato il monitoraggio nelle zone dove previsto l’insediamento del biodigestore.
L’Amministrazione Comunale ha recepito e fatte proprie le documentate opposizioni sollevate da noi Medici sull’argomento NO BIODIGESTORE, che puntualizziamo, mai da alcuno contraddette. L’Amministrazione ha data disponibilità di comparare, per mezzo delle nuove centraline, l’inquinamento ante e post biodigestore e di valutare l’impatto dell’industria sulla salute collettiva.
Come Medici stiamo di fatto realizzando quanto dovrebbe essere previsto e regolato dalle norme istituzionali nel contesto della Valle del Sacco. Le centraline per la misurazione e documentazione delle emissioni tossiche. Lo studio epidemiologico dello stato sanitario della popolazione su cui ricadranno matrici patogenetiche. Quelle prodotte continuativamente durante un processo di biodigestione anaerobica di 50.000 tonnellate/anno di rifiuti organici. La prevenzione primaria delle malattie va condotta attraverso l’individuazione delle cause che ne rappresentato l’origine. Scoprire un tumore, seppure al suo inizio, significa comunque aver scoperto un nemico, che già vive e si nutre nel nostro organismo. La malattia è un fallimento sociale, una dequalificazione.
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