Lyudmila Denisova, il Difensore civico ucraino, denuncia sulle pagine Telegram: “Numerosi casi di torture a civili, registrati nei territori liberati dagli occupanti razzisti”. La Denisova scrive: “Nella città di Irpin abbiamo trovati dei bambini di meno di 10 anni uccisi, con segni di stupro e tortura”.
“Nella regione di Kiev, il ‘campo per bambini di Prolisok ha ospitato per tre settimane la base di un’unità dell’esercito razzista. Nel seminterrato c’erano cinque cadaveri di uomini con le mani legate dietro la schiena”, aggiunge ancora.
Accuse pesanti
Si tratta di accuse gravissime. Se convalidate e accertate, costituiranno sicuramente elementi significativi per un eventuale “giudizio”. Oltre quelli che già sono contemplati da più parti come “crimini di guerra e crimini contro l’umanità”.
Altre descrizioni di atrocità
Il commento del Difensore civico ucraino continua descrivendo ritrovamenti ed elementi di efferatezza estrema. “Altri uomini sono stati uccisi con un colpo alla nuca o al torace”. Nel villaggio di Viktorivka, nella regione di Chernihiv, rimasta sotto occupazione per 25 giorni, afferma Denisova, “I razzisti hanno tenuto la gente in ostaggio nei sotterranei, compresi anziani e neonati. I residenti venivano scortati anche per raccogliere un secchio d’acqua. Non venivano fornite cure, nemmeno a quelli la cui vita dipendeva da trattamenti medici. Un uomo con l’asma è morto. I soldati russi hanno ordinato agli ostaggi di seppellire il corpo nei boschi. A causa delle condizioni di vita inumane e alle infezioni portate dagli occupanti, è aumentato il numero di malattie, compresa la varicella”. Con queste accuse Lyudmila Denisova fornisce quello che sarebbe già il quadro che andrebbe evidenziandosi a causa di quelli che indica come evidenti abusi.
La Denisova racconta poi di tre civili torturati, trovati nel distretto di Konotop nella regione di Sumy. Sul luogo dove erano accampati i soldati russi. Fa appello alla Commissione di inchiesta Onu per le violazioni dei diritti umani. Ricorda infine che: “Torturare e uccidere civili e’ un crimine contro l’umanità e un crimine di guerra in base agli articoli 7 e 8 dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale”.
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