Editoriale

Lettera aperta di un Giornalista al Presidente della Regione Lazio per l’ospedale di Colleferro

Lettera aperta tramite stampa all’on- Nicola Zingaretti
Presidente della Regione Lazio
OGGETTO: Benvenuti nell’inferno del Pronto Soccorso di Colleferro
Egregio on. Nicola Zingaretti,
per ben due volte ho avuto modo di essere ricoverato al Pronto Soccorso di Colleferro:
la prima volta il 27 agosto 2020 quando, con il 118, sono arrivato moribondo al nosocomio per cui non ho capito neanche dove stavo:
la seconda volta il 23 aprile 2022 per problemi urologici.
Dopo la trafila fatta in sala d’attesa, sono stato introdotto all’interno del p.s. dove sono stato visitato da una dottoressa di turno e da un medico del reparto urologico, poi sono stato parcheggiato su una sedia a rotelle in una sala avente tre porte: una dava l’accesso alle barelle dei malati giunti con le autombulanze; un’altra che comunicava con la sala di attesa; la terza che portava nei locali interni del reparto del p.s..
La visione non era di quelle belle: in quanto i malati erano da diversi giorni stipati alcuni su lettighe, altri su sedie a rotelle ed altri malati in piedi.
Tutti i pazienti giovani ed anziani si lamentavano per lo stato di disagio sopportato in quel luogo angusto che sembrava il porto di Napoli per il traffico pedonale di barellieri e malati.
Dopo due ore di attesa ho lasciato quella sala e accompagnato da un infermiere sono entrato nel reparto del p.s. in quanto si era liberato una lettiga dove una coperta fungeva da cuscino.
Questa volta ho potuto constatare di persona la difficoltosa situazione in cui lavora lo staff medico, infermieristico che si prodiga, con abnegazione e professionalità, per far fronte all’emergenza dei malati di ogni tipo alcuni parcheggiati lungo il corridoio del p.s. e altri con diverse patologie in locali inumani, bui. privi di finestre che potrebbero ospitare non i malati ma depositi di immondizia.
Una visione questa raccapricciante e vergognosa, signor Presidente, in quanto vengono violati i diritti del malato sanciti dal Servizio Nazionale Sanitario Italiano.
Ogni persona  di qualsiasi età ha la sua dignita’ e la sua storia e se muore è come se andasse a fuoco una “biblioteca”.
La carenza di letti e l’emergenza indotta dalla pandemia stanno portando al collasso una struttura ospedaliera che è stata, peraltro, penalizzata dagli assurdi provvedimenti di chiusura di alcuni reparti, deliberati dalla giunta regionale (Anagni docet).
Sembra sig. Presidente che il progetto del nuovo Pronto Soccorso da 14 anni dorma in qualche cassetto regionale e, invece, doveva essere realizzato nei reparti chiusi come ginecologia, pediatria e ostetricia.
Una domanda sorge spontanea: i reparti sono da anni chiusi e il nuovo Pronto Soccorso è rimasto al palo nonostante le numerosissime lamentele da parte dei famigliari che da anni hanno segnalano le carenze ataviche e logistiche del Pronto Soccorso dell’ospedale di Colleferro.
Un danno enorme per Colleferro e per i Comuni vicini.
A questo punto, Sig. Presidente, La invito a recarsi in anonimato presso questa struttura per rendersi conto che quello che ho scritto è  pura realtà.
Allora a quando il nuovo Pronto Soccorso?
Questo mio scritto, forse, sarà subito cestinato, ma torno ad appellarmi alla coscienza delle Autorità competenti che devono rispettare, tutelare e curare i malati come esseri umani loro pari, ciascuno con la sua dignità e la sua irrepititibilità.
Con stima
Giorgio Alessandro Pacetti Giornalista Pubblicista Piglio
Redazione

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