Editoriale

Frosinone. Amo le donne, ma non le femministe

Dal Dott. Costantino Ferrara (vice presidente di sezione, Commissione tributaria di Frosinone – già Got del Tribunale di Latina, Presidente Associazione Magistrati Tributari Provincia di Frosinone) riceviamo e pubblichiamo integralmente:
Storicamente, il movimento femminista nasceva per conquistare per le donne la parità dei diritti nei rapporti civili, economici, giuridici, politici e sociali rispetto all’uomo e risale addirittura alla rivoluzione francese. Oggi, ritengo che il movimento abbia esaurito la sua ragione di essere, poichè la donna non si identifica più come il “sesso debole” ma, al contrario, ha acquisito riconoscimenti tali e forse superiori rispetto all’uomo, tanto da invertire probabilmente la concezione di “sesso debole” nella situazione collettiva; tant’è che, provocatoriamente, potremmo dire che se serve un riequilibrio, è proprio la posizione dell’uomo quella svantaggiata!
Mi spiego meglio.
La legge numero 120 del 2001 che ha disciplinato le quote rosa, concede un vantaggio (de plano) addirittura ai limiti della costituzionalità, in forza della sola appartenenza ad un genere (femminile). Tutto questo prescinde dal merito e dalla capacità effettiva delle persone stesse, in fin dei conti sminuendole anche.
Le stesse donne dovrebbero forse disdegnare tale privilegio che le sminuisce, ponendosi in contrasto con la meritocrazia, disincentivandola.
Al cospetto dei fatti cui quotidianamente assistiamo, sembra che il femminismo appaia come una patologia, una deformazione da estirpare dal genere femminile, usata e strumentalizzata esclusivamente dalla sinistra per attaccare donne che non la pensano nello stesso modo.
Senza andare troppo lontano, basta ricordare nel mese di giugno, l’attacco che le femministe hanno rivolto alla Meloni, per poi dirigere gli insulti a Rita dalla Chiesa, rea di aver difeso ed espresso solidarietà al Presidente di Fratelli d’Italia; eventi che dimostrano, attraverso la loro denigrazione e diffamazione, debolezza morale ed intellettuale. Mi torna alla mente quando ai tempi in cui frequentavo il liceo, tra i giovani circolava la voce che le femministe fossero tutte “cozze “, nel senso che non riuscendo ad esprimere e soddisfare la loro sessualità, per mancanza di “materia prima” si sfogavano con le aggressioni verbali, insulti ed impropri. Non voglio pensare che sia questa la ragione dell’invidia delle femministe verso Giorgia Meloni (donna attraente e con gli attributi) che è alla guida del secondo partito d’Italia e per raggiungere tale vetta non ha avuto bisogno di sponsorizzazione o sostegno di alcun politico “maschile”, ma ha tratto questa forza solo dai cittadini che credono in lei.
Il femminismo di sinistra
Ormai il femminismo si identifica solo con una sinistra obsoleta, da cui tra sostegno e alimento. Altro esempio, sempre in Italia. Ci sono circa 90.000 donne con i genitali mutilati, di cui 7.000 sono bambine. Eppure mai le femministe hanno detto e fatto qualcosa contro l’infibulazione, questa macabra mutilazione cui vengono sottoposte le ragazze nigeriane, etiopi ed egiziane, per preservare la verginità. Dove sono le indignazioni collettive? Dove sono le sfilate e i cortei di protesta delle femministe contro queste amputazioni? Ed ancora dove erano le femministe quando, qualche giorno fa, a Riccione durante la notte rosa, una ragazzina di 15 anni è stata pestata e derubata da ragazze extracomunitarie? O qualche giorno prima, quando a Peschiera del Garda giovani Nordafricani avevano molestato 6 ragazze sul treno che le riportava a Milano? Il 25 giugno sulla sabbia in riva al lago Maggiore tre ragazzi appartenenti alla Stresa bene, con l’età tra 19 e 25 anni, incitati da una donna, amica intima della vittima, hanno ripetutamente violentato una ragazza. Ebbene sapete le femministe chi hanno difeso? La donna che reggeva l’amica stuprata, senza capire che se una donna è complice è come l’uomo che stupra.
Da ultimo, l’insulto di Burioni, virologo ormai noto ai più, ad una donna disabile, col silenzio assordante delle femministe e degli pseudo intellettuali: solo perché il l’insulto veniva da qualcuno che sta dalla parte giusta… Ma per favore!
Ecco perché amo le donne, ma non le femministe.
A cura di Giorgio Pacetti
Redazione

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