Trevi nel Lazio. Una mancanza di buon gusto che ha indignato il popolo del web, che ha commentato la fotografia rimbalzata sulla pagina Facebook “Altipiani di Arcinazzo”. Il nuovo ponte non piace.
Stiamo parlando del ponticello romano di Comunaque che conduce alla “Cascata di Trevi”, crollato tre anni fa a seguito di piogge torrenziali e di un non meglio chiarito intervento umano. Nel ponte infatti erano stati praticati a trapano dei grossi e lunghi fori per installare una ringhiera.
L’antico ponte, che aveva sfidato i secoli ed i millenni indenne era così parzialmente crollato, e l’accesso alla Cascata era stato interdetto. Qualcuno aveva tentato di favorire i visitatori costruendo una passerella di legno (abusiva), ma era stato severamente punito per questo terribile misfatto.
Oggi il ponte torna finalmente fruibile, ma con modifiche totalitarie che ne deturpano per sempre l’aspetto storico. (E qui vorremmo tanto sapere chi ha autorizzato un simile scempio). Una sorta di passerella munita di ringhiera in acciaio è stata posta sopra il vecchio ponte. Un intervento che è costato, quanto?
A questo punto non era meglio deporre la passerella più a monte? Non era meglio chiudere il ponte di pietra con cancelli per impedirne l’attraversamento, ma almeno lasciarlo integro del suo fascino archeologico?
Ma del resto sembra che dell’archeologia non importi a nessuno, visto le pietose condizioni in cui la zona versa. Comunaque è difatti un noto sito archeologico. Nonostante ciò rifiuti, vegetazione selvaggia, tronchi caduti e cartelli divelti sono il triste panorama offerto a vsitatori e pellegrini del Cammino di San Benendetto.
Quel che ci chiediamo inoltre, è possibile che non si potesse riprisitinare il ponte in pietra così com’era, che ha resistito secoli? Perchè costruire un’orrenda opera moderna che per niente si sposa sia con il contesto naturalistico che quello archeologico?