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Piglio, torna l’attesissima Sagra dell’Uva

Dopo due anni di fermo a causa del COVID ritorna a Piglio da venerdì 30 Settembre a domenica 02 Ottobre 2022 l’appuntamento unico con la tradizionale Sagra dell’Uva giunta alla 47ma edizione,
La festa, diventando un punto di attrazione e di forte richiamo turistico, nasce per festeggiare l’inizio della vendemmia del Cesanese (vino rosso) e della Passerina del Frusinate (vino bianco).
La Sagra dell’uva è tesa a celebrare ed esaltare l’enogastronomia locale, la zootecnica e l’artigianato.
Per l’occasione saranno riaperte le antiche cantine del centro storico dove poter sorseggiare bicchieri di buon vino fatto con Uva Cesanese ed assaggiare i diversi prodotti tipici che diventano i protagonisti della manifestazione.
La sagra attira sempre nel 1° weekend del mese di ottobre tantissimi visitatori sia dai paesi limitrofi che da Roma in onore del vino più antico della Ciociaria, i1più prelibato dell’intera Regione.
Pe le strade del centro storico oltre a fiumi di vino la sagra prevede interessanti eventi in programma: una mostra estemporanea di pittura, di fotografia, di antichi mestieri, di macchine agricole, costumi dell’antica tradizione ciociara e tanti altri spettacoli renderanno l’atmosfera divertente e coinvolgente.
L’imperatore Nerva colpito dalla squisitezza del vino del Piglio vi costruì una sua residenza imperiale i cui resti sono ancora tuttora visibili. Non solo,
Si narra poi che nel Medio Evo, questo fosse il vino prediletto da Federico II di Svevia durante le sue battute di caccia e testimonianze ancora più certe lo danno come il preferito tra i vini dei papi anagnini, Innocenzo III e Bonifacio VIII.
Gli ettari vitati sono purtroppo in continua diminuzione: dai 2000 ettari del 1960, si è ora arrivati a poco più di 200 ettari, per una produzione annua che varia in funzione delle annate e a secondo le stagioni (siccità, grandine permettendo).
Un po’ di storia:
La manifestazione ebbe inizio quasi in sordina nel 1972 per volontà del sindaco di allora Benedetto Illuminati contestualmente all’estendersi delle attività della cantina sociale “Cesanese del Piglio” attiva con 311 soci ed una produzione annua che nel 1983 aveva toccato 51 mila ettolitri di vino su 54 mila quintali d’uva.
La sagra era entrata nelle tradizioni folkloristiche e ricreative dei comuni limitrofi facenti parte del comprensorio del Cesanese sostanzialmente favorevole alla coltura della vite.
La manifestazione era diventata motivo di notevole richiamo turistico alla prima domenica di ottobre, per la sfilata dei carri allegorici ideati ed allestiti con notevole capacità innovativa dagli operosi agricoltori della zona del Cesanese, che ogni anno sapevano cogliere spunti e soggetti di notevole interesse con arguti riferimenti a situazioni passate o ad avvenimenti di attualità, nel rispetto della tradizione e del folklore.
La sagra era un “coktail” di folklore, tradizioni, buon vino e… buona tavola; non mancava la mostra fotografica, il concorso dei vini tipici , la mostra filatelica, la esposizione dei disegni eseguiti dai bambini delle scuole elementari e medie, il concorso delle poesie dialettali, il concorso addobbi vetrine, nonché la estemporanea di pittura con l’acquisizione al patrimonio del Comune di Piglio dei quadri di autore.
La celebrazione della sagra è sempre stata a la conferma dell’attaccamento degli agricoltori alla loro terra ed ai suoi indispensabili frutti.
Giorgio Alessandro Pacetti
Redazione

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