Introdotto dal Rosatellum nel 2018, è la seconda volta per il tagliando antifrode.
Il tagliando antifrode allegato alle schede elettorali per Camera e Senato, ideato per contrastare la possibilità di sostituzione della scheda elettorale durante il voto, creò un certo rallentamento anche al suo primo debutto, il 4 maggio 2018.
Il presidente o lo scrutatore staccano la striscia inferiore della scheda elettorale prima di inserirla nell’urna. Secondo procedura gli addetti al seggio dovrebbero avere cura di annotare il codice alfanumerico corrispondente al tagliando sulla lista sezionale, in corrispondenza del nome dell’elettore o nella colonna delle annotazioni.
Passaggi, quelli appena descritti, che prevedrebbero tempi abbastanza lunghi.
Al termine del voto, infatti, presidente del seggio o scrutatore avrebbero anche il compito di conservare i tagliandi, di colore diverso per Camera e Senato, separati dalle schede in rispettive buste.
Tempi più lunghi che si unirebbero alla possibilità di votare in una sola giornata, andando creare i presupposti per una minor affluenza alle urne.
Come per le precedenti votazioni (4 maggio 2018), anche questa volta il voto sarà esprimibile in una sola giornata, rendendo complesso, a causa delle tempistiche estremamente ristrette, raggiungere le urne a tutti i cittadini. Chi si trova lontano dal proprio comune di residenza potrebbe, infatti, non riuscire a tornare in tempo per il termine delle votazioni, il che influirebbe sulla ridotta partecipazione dell’elettorato.
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