Svolta sul mistero della morte dell’ex postina Silvia Cipriani. La donna è scomparsa, all’età di 77 anni, a Contigliani, in provincia di Rieti.
I resti sono stati trovati lo scorso 28 settembre, dopo due mesi dalla scomparsa avvenuta il 21 luglio, a poca distanza dall’auto dell’anziana, in un bosco di Montenero di Sabina.
Le indagini avrebbero concentrato il focus, da poche ore, sul nipote Valerio, con l’accusa di omicidio volontario, ma non occultamento di cadavere.
Prima del ritrovamento dei resti, le forze dell’ordine avevano rinvenuto l’autovettura, ammaccata, nella boscaglia, nascosta da una fitta vegetazione.
L’ipotesi più accreditata al momento è che dietro all’omicidio si nascondano ragioni economiche. Presumibilmente la causa sarebbe un casolare di proprietà della vittima. Il quadro generale è però ancora in definizione.
La svolta arriva in seguito alle indagini svolte dalla procura di Rieti, nel corso delle quali sono state ascoltate alcune persone che conoscevano bene la donna. In primis il parroco, Don Valerio Shango.
Silvia, che viveva in un casale fra Rieti e Cotigliano e si dedicava all’allevamento di animali da cortile e cani, in un primo momento era sembrata vittima di un brutto incidente stradale. Gli inquirenti sarebbero arrivati presto alla conclusione di trovarsi di fronte ad un caso di omicidio volontario, senza occultamento di cadavere. All’interno dell’abitacolo dell’auto sono state trovate alcune impronte, subito repertate.
L’avvocato del giovane, Luca Conti, lo difende commentando la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati, sostenendo la sua estraneità ai fatti. “Quale che sia la causa della scomparsa della signora Cipriani, Valerio Cipriani non c’entra niente” dice il legale e conclude “Al momento il mio cliente risulta come persona offesa oltre che come persona sottoposta a indagine. Lui è molto tranquillo e spera che innanzitutto si scopra se i resti ritrovati siano o meno quelli di sua zia”.
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