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Una direttiva nazionale sfratta gli ucraini di Altipiani di Arcinazzo, proteste anche dal comune

Altipiani di Arcinazzo, comune di Arcinazzo Romano

Si è appena conclusa una riunione al residence Traiano Imperatore, dove sono ospiti i rifugiati di guerra ucraini. Si tratta di donne e bambini che circa sei mesi fa sono stati accolti dal comune di Arcinazzo Romano.

La riunione è servita a spiegare ai rifugiati che domani gli operatori della cooperativa Humana Solidarietà, in vece dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile verranno a tenere dei colloqui. Durante questi incontri gli operatori dovrebbero proporre delle date di trasferimento diffuso in altri CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria). Una decisione presa un mese fa, che di fatto sparpaglierebbe le famiglie su tutto il suolo nazionale.

Tuttavia gli ucraini non intendono affatto essere separati. Si sono consolidati legami di affetto ed amicizia, sono integrati con il luogo, ed in particolare i bambini a scuola. Prendere di punto in bianco e trasferire un bambino che magari ha impiegato mesi per ambientarsi a questa nuova realtà potrebbe influire psicologicamente in maniera anche molto grave.

Altipiani di Arcinazzo è un isola felice, lontana dalla città, da un contesto caotico ed è naturale che gli ucraini desiderino rimanere. Purtoppo però, se non lo faranno, è previsto che perdano il diritto all’assistenza dello Stato Italiano. Non potrebbero più essere ospitati in hotel o strutture convenzionate.

Già il 24 settembre il sindaco di Arcinazzo Romano aveva inviato una lettera alla Prefettura ed un’altra il 13 di ottobre, affinchè intervenisse per bloccare i trasferimenti.

Una situazione inaccettabile sotto il profilo umano, che vede come vittime proprio coloro che hanno già sofferto una volta di essere strappati dalla terra natia contro la propria volontà. Costretti a fuggire per non morire sotto le bombe, per scappare dalla bestialità di una guerra.

 

Ora sono gli ucraini che stanno scrivendo assieme una lettera da inviare ai vari organi competenti, ai quali chiederanno di rimanere uniti, di non essere divisi dalla burocrazia così come ha già fatto la guerra.

Seguiranno aggiornamenti

 

 

Francesco Digiorgio

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