L’istruttrice la chiamava porchetta. Le parole sofferte di una ginnasta 13enne affidate ad un tema. L’insegnante allerta i genitori.
Il racconto della giovane atleta è stato affidato alle pagine di un tema scolastico, “Non mi sentivo adatta. – scrive – Mi sentivo brutta, volevo dimagrire in quel momento volevo sparite ed ero in imbarazzo: tutte le mie compagne mi fissavano durante le esecuzioni, lei le lodava, faceva paragoni fra di noi anche se loro facevano un livello più basso”. Il racconto continua con un ennesimo doloroso ricordo, “Tornata a casa, ebbi un attacco di panico. Volevo smettere con la ginnastica, non volevo più vedere nessuno. Ero spenta, ero lì davanti a lei e non potevo fare niente. Non riuscivo neanche a parlare, non ce la facevo più”.
Dalle parole della piccola ginnasta emerge un panorama di forte violenza emotiva e bullismo perpetrati dalla sua istruttrice.
Il caso, portato all’attenzione dei genitori da parte dell’insegnate di italiano, è ora giunto davanti alla Procura della Federazione Ginnastica d’Italia. Per l’istruttrice sarebbe prevista una squalifica di circa un mese e mezzo.
A dare forza alle parole della ragazzina anche quelle della madre e della madre di una compagna, le quali hanno testimoniato all’associazione ChangeTheGame, che si occupa di combattere abusi e violenze nello sport.
“Tocca a me, avevo ansia ed ero spaventata. Durante l’esercizio comincia a urlare di tutto e di più comincia a chiamarmi in tutti i modi: maiale, porchetta, ippopotamo”, riporta ancora il tema, “Alla fine dell’esecuzione mi dice che non ero capace, che ero pesante nei movimenti, che non andavo bene e soprattutto una cosa che mi fece stare davvero male: “cambia sport”. Quella voce risuonava nella mia testa, andai in bagno scoppiai a piangere”.