La nota cantante Cristina D’Avena si difende dopo le polemiche scaturite dalla sua presenza sul palco di Fratelli d’Italia per il decennale.
La cantante dei grandi e piccini, si esibirà, come avrebbe fatto in qualsiasi contesto politico e sociale.
È lei stessa a comunicarlo attraverso una nota stampa diffusa su Facebook
Cari amici,
ho letto nel pomeriggio di ieri, sul web, commenti e considerazioni feroci sulla mia partecipazione alla festa di questa sera, in Piazza del Popolo a Roma. Non credo serva spiegare come mi sia sentita; preferisco ricordare a chi mi ha giudicato, forse con un po’ troppa fretta, chi sono.
Da quarant’anni canto in tutti i posti dove sono ben voluta e accolta.
Nelle piazze dei paesi, nei palazzetti delle città, nei teatri, in televisione, nelle feste LGBTQ+ e anche alle Feste dell’Unità. Nei Pride e al Vaticano. E sempre e ovunque con tutto l’impegno e la gratitudine possibili.
Perché le mie canzoni non desiderano altro che portare allegria e spensieratezza a chi è cresciuto con loro e a chi le canta assieme a me. Tutti, nessuno escluso.
E questo non è qualunquismo, ma libertà.
Stasera, come tutte le altre, non porto ideologie, ma musica.
Non mi schiero e non cambio pelle all’improvviso. Ho accolto un invito per cantare, non per militare sotto una bandiera. E se posso trasformare una polemica in qualcosa di più utile, vorrei fosse – questa – un’ottima occasione per dimostrare (se mai ce ne fosse ancora bisogno) che la musica unisce, include, conforta.
Ho sostenuto, e sempre sosterrò, i diritti civili e l’amore universale che dovrebbe essere alla base della crescita di ogni essere umano.
Canto Pollon, i Puffi, Memole, Occhi di Gatto, Mila e Shiro…. Sono inni di leggerezza e di fantasia… e di nessuna altra natura o pretesa.
Vi voglio bene
Cristina
Anche la nostra Redazione si unisce alla solidarietà espressa dai fans. Inoltre stigmatizziamo il comportamento di certi colleghi, che hanno alimentato le polemiche sulle proprie testate.
Si tratta dell’ennesimo affondo antidemocratico dei fascisti rossi. Ovvero coloro che il nome di un antifascismo che non ha senso di esistere (in quanto il fascismo è morto da quasi 80 anni), cercano di imporre i propri ideali a tutti i costi.
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