Frosinone. Continua a preoccupare l’alta concentrazione di polveri sottili nell’aria. A porre l’accento sulla questione sono i medici e consiglieri Giovambattista Martino e Teresa Petricca.
La situazione che emerge dai dati ARPA per l’anno 2022 per la provincia di Frosinone è assai allarmante. Seppure la concentrazione di inquinanti pari al 6% per le PM10 nel decennio 2011/2021 sia diminuita è comunque necessario raggiungere un livello di riduzione ben superiore. Al fine di rientrare nei limiti di legge il livello dovrebbe aggirarsi intorno al 25%, traducendosi anche in salvaguardia del cittadino.
Attualmente Frosinone è ancora nella lista delle 29 città più inquinate della Nazione, con la necessità di continui ricorsi alla chiusura del traffico per lo sforamento dei limiti istituzionali di polveri sottili.
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Il Piano di Risanamento dell’Aria per il capoluogo ciociaro dovrà ampliarsi e adeguarsi alle contingenze precipue della città. Il progetto dovrà prevedere interventi multidisciplinari ed interassessorili, con una partecipazione concreta della popolazione. Le iniziative si estenderanno sui più svariati campi, dall’efficientamento energetico associato al risparmio del suolo agli interventi sulla mobilità e sul traffico, fino all’informazione capillare sul significato dell’inquinamento.
Si auspica che i Piani di Risanamento possano essere recepiti dalla popolazione nella loro globalità, conducendo il cittadino ad un’attiva salvaguardia del territorio, della salute privata e di quella pubblica. Il fine è quello di rendere il cittadino protagonista del miglioramento delle condizioni ambientali globali, alle quali contribuiscono anche molti beni indispensabili all’ambiente. Un esempio è il patrimonio arboreo, che riveste un ruolo fondamentale nell’eliminazione dell’anidride carbonica e nella lotta agli inquinanti, comprese le polveri sottili. Quello comunale, molto cospicuo, deve necessariamente essere messo in sicurezza, soprattutto per la salvaguardia dell’aria.
Note ormai le correlazioni, scientificamente provate, fra malattie, numero di morti e concentrazione di polveri sottili.
L’Italia è, da una nota della Società Italiana di Medicina Ambientale (SISMA) del gennaio 2023, il primo paese in Europa per morti attribuibili all’inquinamento atmosferico, con circa 80mila decessi prematuri all’anno.
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