Milano. Muore Silvio Berlusconi all’ospedale San Raffaele. Aveva 86 anni.
Con la scomparsa di Silvio Berlusconi finisce un’era politica per il Paese. Il leader di Forza Italia ha contribuito a mutare l’aspetto della politica nazionale nell’ultimo mezzo secolo.
Il Cavaliere si è spento questa mattina, alle 9:30, all’ospedale San Raffaele di Milano, dove sono giunti i famigliari per accompagnarlo negli ultimi momenti di vita. La situazione è precipitata dopo un ricovero iniziato venerdì scorso, quando Berlusconi era stato sottoposto ad accertamenti legati alla leucemia mielomonocitica che lo affliggeva da molto tempo.
La figura da “mattatore politico” dell’ex Presidente del Consiglio ha occupato la scena dell’informazione per un cinquantennio, durante il quale ha spaccato l’opinione pubblica. Dalla vita imprenditoriale a quella privata il marchio distintivo è sempre stato l’eccesso. Travolto da una popolarità quasi ingestibile è stato per decenni l’identificativo dell’imprenditore italiano.
L’ingresso nella scena politica risale al ‘94 quando, affascinando gli elettori con una dialettica visionaria da taluni identificata come precorritrice della demagogia futura, è divenuto per la prima volta Presidente del Consiglio dei ministri.
Silvio Berlusconi, nato nel 1936, cresce nel pieno boom economico e già dagli anni ’70 si inserisce nel mondo imprenditoriale puntando sui canali di informazione. Risale al 1980, tuttavia, la sua consacrazione mediatica con la nascita, nel contesto delle televisioni Fininvest, di Canale 5, cui fecero seguito Italia Uno e Rete 4. Cambia il modo di interfacciarsi all’ascoltatore, abituato all’apparenza compita della Televisione di Stato. La tv era diventata evasione, svago, valvola di sfogo di una nuova generazione di italiani bisognosi di una carica di leggerezza.
Dalle televisioni allo sport il passo per il “Berlusca” è breve. Nell’86 acquista il Milan, portando la società calcistica, ormai al margine della scena, ad una stagione gloriosa che durerà decenni.
L’ingresso in politica sembra essere naturale, coronamento di una serie ascendente di grandi successi. L’Italia si stava lasciando alle spalle la dolorosa ferita di Tangentopoli e gli elettori chiedevano aria di novità. A questo ha risposto Silvio, cogliendo l’opportunità al momento giusto e creando una cesura politica nel Paese. Nasce proprio in quel momento la Seconda Repubblica. I vecchi partiti vengono scalzati via e il Cavaliere dominerà, sotto la bandiera del neo-fondato partito Forza Italia e a fasi alterne, il palco per decenni.
Negli ultimi anni, fattosi volente o nolente un po’ da parte, ha continuato a far parlare di sé, seppure in toni decisamente differenti dal passato. L’era del suo floruit era ormai giunta al termine e con la sua scomparsa se ne va anche l’immagine dell’Italia leggera e disinibita che ha caratterizzato i suoi anni di Palazzo. Rimane il ricordo del “mattatore”, del politico scaltro, dell’imprenditore, del tifoso, del Cavaliere, del “Berlusca”, insomma di un uomo che ha governato per decenni la politica, il gossip e l’opinione pubblica del Bel Paese.
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