La storia che riportiamo ci è stata raccontata da un utente che questa notte si è recato al pronto soccorso preda di un attacco di panico.
L’attacco di panico è una condizione patologica di tipo psichiatrico-neurologico, che colpisce all’improvviso ed è difficile da gestire.
L’utente racconta di essersi iniziato ad agitare verso mezzanotte e mezzo e aver richiesto l’intervento di un’ambulanza intorno alle 3:00 della mattina. Dal momento che i valori registrati di pressione sanguigna e glicemia erano normali, l’utente rifiuta il ricovero. “Ho preferito evitare di far perdere tempo, perché non ritenevo abbastanza grave in quel momento la mia situazione”. Ha spiegato.
Tuttavia verso le quattro del mattino circa, la situazione peggiora e l’utente misurando la temperatura con il suo termometro si accorge di essere in ipotermia. A questo punto spaventato si reca al pronto soccorso di Frascati, dove nell’immediatezza viene visitato dagli infermieri. I controlli di pressione sanguigna e temperatura corporea risultano tutto nella norma, tuttavia viene prospettata la possibilità di essere visitato da un medico.
“Armati di pazienza”, ciò che gli viene detto. C’era da aspettare perché il medico del pronto soccorso in turno stava visitando non meglio specificati pazienti.
Durante l’attesa all’utente viene somministrato un calmante. Tuttavia alle 6:30 della mattina, ben due ore dopo ancora nessuno si affaccia per chiamarlo, nonostante sia stato comunque registrato al triage.
L’utente è stanco, le panchine di ferro sono molto scomode e la notte in bianco inizia a farsi sentire.
A questo punto l’utente suona ripetutamente il campanello, poiché non arriva nessuno. Dopo circa 10 minuti buoni arriva l’infermiere che stupito gli dice “pensavo che te ne fossi andato dopo che ti avevo fatto la somministrazione”.
L’utente esterrefatto replica che non poteva andarsene in quanto è stato registrato e che voleva essere visitato dal dottore. Ma gli viene risposto che il dottore sta ancora visitando.
Alla fine amareggiato l’utente ha veramente dovuto abbandonare il pronto soccorso con il timore di trascorrere chissà quante ore in attesa che qualcuno si prendesse cura di lui.
“Mi riesce difficile credere che alle quattro del mattino un dottore si metta a fare le visite e che queste si protraggano così a lungo”. Ha dichiarato. “Così come trovo assurdo che per tutto questo lasso di tempo Il triage venga lasciato scoperto e sia necessario suonare ripetutamente un campanello”. Ha aggiunto. “E se arriva qualcuno accompagnato senza ambulanza, ma in emergenza, quanto deve aspettare prima che gli fermino l’emorragia?”.
L’utente ci racconta anche di una signora che aveva necessità di un urgenza ginecologica, Ma che sarebbe stata rimbalzata verso altri ospedali in quanto dal 2003 l’ospedale di Frascati non dispone più del reparto di ginecologia.
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