Affile. Benedetto De Santis, socio storico del Centro Sociale Anziani “Giacinta Baroni”, dedica un pensiero al Comitato Direttivo uscente per l’ottimo lavoro svolto negli anni di attività.
In qualità di socio del Centro Sociale Anziani “Giacinta Baroni” di Affile (RM), ho sentito il dovere di porgere un ringraziamento al Comitato Direttivo uscente 2020/2023, composto dalla Presidente Anna Mosetti e i Cosiglieri Maria Mosetti, Nadia Frosoni, Enrico Bizzarri e Bruno Quintorio. Unitamente alla gratitudine per l’ottimo lavoro svolto negli anni di servizio, colgo l’opportunità di inviare un augurio al nuovo Comitato entrante.
Con l’impegno profuso nel guidare il centro, il Direttivo uscente ha contribuito a infondere nella comunità un sentimento di solidarietà, fondamentale per migliorare la vita quotidiana. Esso, infatti, è un valore fondante della società, senza il quale non sarebbe possibile parlare di vera democrazia. Profondere impegno in favore del prossimo ha lo scopo di sensibilizzare, promuovere, incoraggiare e sostenere il volontariato in ogni sua forma e campo. Esso diviene, così, espressione dei principi di partecipazione, solidarietà, sussidiarietà e pluralismo sanciti dalla Costituzione. Essere membro del Centro Sociale Anziani significa riconoscere la funzione sociali del volontariato, nelle iniziative a fini sociali, culturali e ricreativi.
Alla Presidente e ai Consiglieri uscenti riconosco un meritato prestigio, grazie al silenzioso impegno nella promozione della nostra identità, profuso senza pretese di guadagno. Essi hanno valorizzato e consolidato il grande patrimonio dell’organizzazione sociale, costituito da numerose associazioni attive sul territorio e da una pluralità di energie che lo animano. L’opera encomiabile del Direttivo uscente ha reso un importante servizio alla comunità cittadina, integrando frequentemente l’attività delle istituzioni e contribuendo alla tenuta sociale, al benessere comune e alla diffusione dei valori solidali.
In questi anni il Centro non è stato semplicemente luogo di ritrovo per anziani, ma anche un posto ove i dirigenti hanno messo in discussione loro stessi. Sono state aperte le porte ad altri soggetti, portatori di cultura, arte e tanto altro. Fra il 2020 e il 2023 è stata offerta la possibilità di coltivare relazioni con giovani e meno giovani, al fine di alleviare il peso della vita e valorizzarne le qualità.
L’onore per aver rappresentato il Centro si è unito all’onere di averlo fatto divenire protagonista. L’entusiasmo profuso dal gruppo di lavoro ha permesso di organizzare numerose iniziative e altrettante collaborazioni e progetti con associazioni territoriali. Alcune di queste ultime hanno trovato, poi, luogo di riunione proprio nel Centro Sociale. Tutto ciò ha evidenziato come l’intreccio di più generazioni, oltre a scovare energia, capacità organizzative e sensibilità umane, è stato in grado di re-immaginare il Centro Sociale come spazio in cui fondere la gioventù con la terza età. In pratica essere complementari.
L’impegno del Comitato ha contribuito, inoltre, a portare avanti i valori della millenaria “Cultura Affilana”. Presidente e Consiglieri, con passione e impegno, hanno diffuso i valori della comunità trasformandoli da azioni in veri sentimenti. La forza del territorio affilano sta nelle persone di buona volontà, attive e cariche dei valori di uguaglianza, libertà e solidarietà. Il riconoscimento simbolico e morale del Direttivo è, dunque, ampiamente meritato. Esso ha, inoltre, dato lustro al significato del dovere. In una realtà mediatica permeata da discussioni sui “diritti”, manca spesso l’attenzione ai “doveri”. I primi appaiono, ormai, frequentemente non corrispondere a doveri capaci di limitarne, talvolta, l’applicazione. Essi, tuttavia, sono riconosciuti dall’articolo due della Costituzione, “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili […] e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”, senza i quali non sarebbe possibile alcuna convivenza civile.
L’impegno dei soci è calarsi nei panni del prossimo ed essere presenti nel Centro Sociale, dove potersi sentire protetti, garantiti da più sensibilità di eguale importanza, doverose, tutte, di trovare il modo migliore di poter convivere. Una società solidale è un bene comune. Partecipare è l’essenza del vivere civile. Il mio auspicio è che le esperienze dei soci possano divenire un esempio positivo per l’intera collettività.
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